Ma per piacere...

Matteo Salvini, lo studio accademico secondo cui la sua linea sull'immigrazione fa male ai bambini

Su Lavoce.info - un sito di informazione che ci piace, e che giudichiamo serio - è stato pubblicato uno «studio» che sembra puerile anche dopo una rapida occhiata: lo sembra logicamente e scientificamente. Il titolo è «La retorica leghista fa male ai bambini» e la sintesi (loro) è che «La retorica "anti-immigrati" ha effetti reali sul benessere delle persone e soprattutto sui bambini». A sottoscriverlo sono quattro professori di economia e statistica che si chiamano Emanuele Bracco, Maria De Paola, Vincenzo Scoppa e Colin Green. Lo dimostra uno studio che certifica l'aumento degli atti di bullismo negli anni delle elezioni nei comuni dove la Lega ha un forte supporto elettorale». 

RETORICA DIVISIVA
Gli autori partono dal principio che «L'effetto della retorica divisiva è dannoso per la società» (frase già discutibile, perché ciò che gli autori definiscono «retorica divisiva» per altri aspetti è il sale della democrazia partecipativa) e si cita un altro studio dove sarebbero aumentati «i crimini di odio» nei comuni italiani dove è al potere un sindaco di estrema destra, dunque «Effetti negativi possono manifestarsi anche tra i banchi di scuola: sembrerebbe ad esempio che l'elezione di Trump sia coincisa con un aumento degli atti di bullismo a sfondo razziale». E si cita un altro studio. Prima di proseguire, e di arrivare all'Italia, chiariamo subito che, nello studio, il rapporto di causa ed effetto ci pare scambiato: secondo i professori, schematicamente, la vittoria di un sindaco di destra coincide con l'aumento di atti di bullismo, secondo noi - ma non solo, crediamo - gli atti di bullismo si manifestano più facilmente dove esiste un problema (l'immigrazione) che la Lega intercetta e che la gente vive sulla propria pelle, al punto da eleggere un sindaco di destra per risolverlo: a torto o a ragione. 

 

Il «buttarsi a destra» è perciò conseguenza, non causa. Sorge il dubbio di una parzialità degli autori anche dal loro utilizzo dell'espressione «estrema destra» per definire la Lega: ogni opinione è ben accetta, ma va ricordato che è usuale definire «estrema destra» i partiti di Casapound e di Forza Nuova, che in Italia non governano da nessuna parte. Ma il punto chiave è che gli autori utilizzano il termine «retorica leghista» come sinonimo di propaganda elettorale riferita a un falso problema, qualcosa che la popolazione recepisce solo sulla base di un «clima politico» e non sulla base della realtà in cui vivono. Parlando di bambini, i professori trattano come bambini anche gli elettori: i primi fanno bullismo, i secondi votano sulla base di una «retorica». «I leader di estrema destra sono noti per l'utilizzo di una retorica estrema», scrivono gli studiosi, «Famoso il caso di Umberto Bossi, che nel 2003 suggeriva alle autorità italiane di aprire il fuoco sulle imbarcazioni che trasportavano migranti». Retorica, dunque, secondo i professori significa invocare soluzioni già adottate da altri paesi democratici anche a noi vicini. 

Scrivono ancora: «Non meno altisonanti sono le affermazioni di Matteo Salvini, basta citarne due recentissime: "Arrivano altri immigrati che staranno a scrocco, questa gente non la vogliamo" e "Perché il governo importa immigrati infetti?"». Ora: le definizioni di «retorica» sono tante, ma in chiave moderna si intende un'ostentata adesione a banali luoghi comuni: che tuttavia fanno comunque riferimento a fatti reali, non a invenzioni. Salvini non ha inventato niente, non ha detto il falso. Si può discutere l'opportunità di tacere o sventolare una verità semplificata, ma i professori fanno di peggio perché hanno semplificato all'estremo i nessi causali che gli parevano. Allo stesso modo, lo studio poteva sostenere che nei comuni amministrati dalla Lega è presente un più alto numero di docenti incapaci di reprimere il bullismo nelle scuole, ma il punto è sempre quello dell'inversione causa-effetto. «Nei comuni dove la Lega Nord gode di ampio supporto e concorre per le elezioni», scrivono, «la campagna elettorale è tipicamente caratterizzata da una marcata focalizzazione sulle problematiche inerenti all'immigrazione». Ma bastava metterla così: nei comuni dove c'è un problema di immigrazione, la Lega gode di un ampio supporto. Fine. I problemi non si «focalizzano», se non esistono. 

 

RISCHIO BULLISMO
I professori tuttavia insistono con un fragile metodo scientifico: «Stimiamo l'effetto di interesse confrontando - nell'ambito dello stesso comune - variazioni negli episodi di bullismo nell'anno in cui si tengono elezioni rispetto a quelli verificatisi nell'anno in cui il voto non c'è (e) i nostri risultati mostrano che negli anni delle elezioni si registra un marcato aumento (di circa il 10 per cento) degli atti di bullismo nelle scuole. L'incremento riguarda i bambini immigrati e si verifica solo nei comuni in cui la Lega Nord ha una forte base elettorale». Ancora un'inversione dei termini. Per fortuna che a un certo punto, in fondo, lo dicono: «L'intolleranza nei confronti dei migranti potrebbe essere maggiore nei comuni più svantaggiati dal punto di vista socioeconomico e lo svantaggio potrebbe essere correlato alla diffusione del bullismo nelle scuole, senza avere nulla a che fare con la retorica utilizzata in politica». È già un progresso. 

Ma è il metodo statistico applicato a uno studio del genere a fare acqua da tutte le parti, e i professori probabilmente lo sanno bene. Parlano di «retorica», ma hanno elaborato uno studio che tende a evidenziare strategicamente un rischio rispetto a un altro - indipendentemente dalla valenza - e a mettere una minoranza contro una maggioranza. Un classico da tabloid inglese. Hanno fatto un tipico studio statistico il cui presupposto non è la dimostrazione di un rischio concreto, bensì l'impossibilità di dimostrarne l'inesistenza. Senza contare che non esiste studio statistico serio - è accademia - che consideri rilevante un rischio che risulti inferiore al doppio del normale, ossia del 200 per cento (in gergo: 2.0) se non addirittura del 300 per cento (3.0). I professori hanno individuato arbitrariamente un dieci per cento di bullismo in più in certi comuni: e hanno titolato «La retorica leghista fa male ai bambini». Per essere sulla Voce.info, fa statisticamente schifo.