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M5s, deputati verso l'espulsione. Il caos: "Scissione possibile". Crimi kamikaze, "il blitz all'assemblea dei parlamentari"

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La vittoria del Sì al referendum apre una nuova stagione di purghe nel Movimento 5 Stelle. Quattro deputati, Lina De Lorenzo, Elisa Siragusa, Andrea Colletti e Matteo Mantero, saranno raggiunto come rivela la Stampa da una "lettera di diffida" per aver sostenuto la campagna elettorale per il No, in totale controtendenza rispetto alla linea ufficiale del Movimento. Per i "ribelli" non si esclude, come da prassi, l'espulsione. Ma ci sarebbero altri 4 o 5 deputati pronti a dire addio al gruppo, scrive sempre il quotidiano romano, segno che la fibrillazione ormai è ingestibile se è vero che anche una esponente storica come Carla Ruocco ormai è arrivata a parlare apertamente di "rischio scissione".

 

 

 

Catalizzatore del malcontento è, tra le altre iniziative, il gruppo Parole guerriere di Dalila Nesci, ma la frustrazione arriva fino ai vertici grillini. Lo stesso reggente Vito Crimi, dopo aver annunciato l'assemblea congiunta dei parlamentari per questa sera, non ha intenzione di presentarsi in clamorosa polemica con chi, come Luigi Di Maio, ha criticato la sua gestione delle regionali: "Vengo usato come capro espiatorio da troppi", è lo sfogo riportato dalla Stampa. "Il timore ora - conclude il quotidiano diretto da Massimo Giannini - è che voglia tentare pure un blitz e mettere subito in votazione online la scelta tra il capo politico o la più scontata leadership collegiale". Praticamente, una scelta kamikaze.

 

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