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Gregoretti, Matteo Salvini a processo. Stefano Candiani e il precedente di Matteo Renzi: chi tocca il governo, "muore"?

venerdì 2 ottobre 2020

2' di lettura

Due pesi e due misure. "La magistratura in Italia sembra avere atteggiamenti diversi in base al colore politico o alla posizione che si occupa all'interno del governo". Questa l'analisi proposta da Augusto Minzolini sul Giornale, che prende spunto dal processo a Matteo Salvini al via domani - 3 ottobre - a Catania per il caso Gregoretti. Al leader della Lega verrà contestato il presunto sequestro di 131 migranti trattenuti per quattro giorni a bordo della nava nel porto di Augusta. Nel suo editoriale, Minzolini spiega che i pm sembrano avere il pugno duro solo nei confronti di alcuni soggetti, come Matteo Salvini e Matteo Renzi. Mentre c'è molta più indulgenza nei confronti di altri. Basti pensare al segretario del Pd: "In un Paese in cui un avviso di garanzia non si rifiuta a nessuno lascia perplessi che Nicola Zingaretti abbia attraversato indenne il caso della commessa delle mascherine 'fantasma' comprate dalla Regione Lazio (la sòla, si direbbe a Roma, è costata alle casse pubbliche 11 milioni di euro)", ha fatto notare il giornalista. 

 

 

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Tornando a Salvini-Renzi, invece, sembra che i due condividano un destino comune al cospetto dei magistrati. Anche il leader di Italia Viva, infatti, ha avuto qualche "guaio" con la giustizia. Come riportato da Minzolini, Giacomo Portas, alleato di Italia Viva, ha spiegato in tutte le lingue a Matteo Renzi che avrebbe mille motivi per aprire la crisi di governo. Alla fine è arrivato a una conclusione: "Ha paura". Potrebbe aiutare a capire meglio la questione il commento di Stefano Candiani, sottosegretario al ministero dell'Interno nell'era Salvini: "Ci sono dei pezzi di magistratura che sono diventati i pretoriani di questo equilibrio politico. Quelli là non vengono toccati, mentre a noi capita di tutto. È il sistema rivelato dalle intercettazioni di Luca Palamara. Ad esempio, se uno dà 50 euro alla Lega passa i suoi guai, finisce sotto la lente di ingrandimento dei magistrati". E poi il parallelismo con il leader di Iv: "Una cosa simile è successa anche a Renzi: quando rompeva le scatole gli hanno perquisito o intercettato tutti i finanziatori; ora che si è acquietato la Cassazione addirittura ha giudicato i provvedimenti di quel Pm irregolari. Purtroppo di questo condizionamento, che penalizza a turno gli uni e gli altri, dovrebbe prendere coscienza l’intera classe politica".

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