Non è l'arena, Matteo Salvini telefona e Luca Palamara si scusa: "Perché i magistrati lo attaccano", colpaccio Giletti
"Chiedo scusa a Matteo Salvini". Colpaccio di Massimo Giletti: a Non è l'Arena va in onda il confronto tra Luca Palamara, ex presidente dell'Associazione nazionale magistrati, e il leader della Lega. Il tema della serata è la giustizia politicizzata, che il magistrato sotto inchiesta ha contribuito a far emergere suo malgrado, con le intercettazioni di cui è stato oggetto, e con il libro-confessione realizzato con Alessandro Sallusti. Salvini gli chiede conto della famigerata chat con il procuratore Auriemma sull'inchiesta contro Salvini per il caso Carola Rackete e SeaWatch, nel 2019, quando il leghista era ministro degli Interni.
"Mi dispiace dover dire che non vedo veramente dove Salvini stia sbagliando - scriveva Auriemma a Palamara -. Illegittimamente si cerca di entrare in Italia ed il ministro dell'Interno interviene perché questo non avvenga. E non capisco cosa c'entri la Procura di Agrigento. Questo dal punto di vista tecnico, al di là del lato politico. Tienilo per te, ma sbaglio?". Risposta di Palamara: "No, hai ragione ma ora bisogna attaccarlo". "Su questo deve spiegare", lo incalza Giletti: "Sul tema della immigrazione dentro la magistratura ci sono delle diversità culturali e inevitabilmente subentra un sostrato ideologico. Allora l'Anm era governata da centro e sinistra, per tenere l'equilibrio ho detto che dovevamo fare un comunicato a favore della Procura di Agrigento, per tenere l'equilibrio interno. Il mio non era un attacco contro Salvini". E qui arriva la telefonata in diretta dello stesso Salvini, per un confronto significativo e rivelatore.
"Storia segreta". Trema la magistratura, Palamara da Giletti: tam-tam sulla pesantissima confessione
"Non ho nessuna difficoltà ad ammettere l'errore - ribadisce Palamara al leghista -. È vero, in quel momento all'interno della Magistratura c'era quel clima nei confronti del senatore Salvini. Garantiamo la libertà di espressione di tutti altrimenti questo non è più uno Stato democratico". "Accetto le scuse e non porto rancore, non scappo dai processi e vado a rivendicare quello che ho fatto a testa alta - è la replica dell'ex ministro, evidentemente amareggiato -. Mi auguro che ci sia qualche Procura che apra dei fascicoli su quanto ha scritto Palamara, perché lì sono segnalati dei reati". Il leader della Lega però guarda già avanti: "Come risolvere il problema della giustizia e dei tempi dei processi? Sorteggiamo".
"Quando ero presidente dell'Anm la riforma più temuta che avrebbe scardinato le correnti era quella del sorteggio, questa mia risposta dice tutto". In studio si parla anche del caso del procuratore anti-mafia Di Matteo, candidato alla direzione del Dap e "scartato" dal ministro Alfonso Bonafede in modo poco trasparente. "Non è degno della giustizia italiana che Bonafede sia ancora sulla sua poltrona senza aver fatto luce su quello che ha denunciato Giletti, che ne ha pagato anche le conseguenze - bombarda Salvini -. Io spero che il teatrino squallido di questi giorni finisca con l'allontanare alcuni ministri che non sono all'altezza". "Basta così, la saluto", taglia corto Giletti presagendo la slavina politica in arrivo.