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M5s, i senatori espulsi avviano una causa collettiva e preparano un nuovo gruppo: Di Battista si cancella da Rousseau

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Alcuni senatori del M5s che sono stati espulsi per non aver votato la fiducia a Mario Draghi hanno deciso di avviare una causa collettiva contro il provvedimento dei vertici. Cinque dei venti "trombati" hanno avviato la raccolta delle deleghe necessarie ad avviare un ricorso collettivo in tribunale: la richiesta è una sospensiva dei provvedimenti di espulsione dal Movimento. A quanto apprende l'Ansa, a presentare l'istanza sarà l'avvocato genovese Daniele Granieri, mentre un altro gruppo di senatori - ai quali si potrebbero aggiungere anche alcuni deputati - starebbero valutando la stessa operazione, ma con un altro avvocato. 

 

Nel frattempo è arrivata la conferma ufficiale dell'addio in tutto e per tutto di Alessandro Di Battista. Chi pensava che lo strappo fosse ricucibile si sbagliava di grosso, perché l'ormai ex attivista si è disiscritto dal Movimento. "Ha tagliato l'ultimo cordone ombelicale con i 5 Stelle - ha scritto in un tweet il sempre ben informato Luciano Ghelfi del Tg2 - il suo nome non appare più nell'elenco della piattaforma Rousseau, non è più iscritto. Gli espulsi sono pronti a formare una componente nel Misto alla Camera. Il nome: 'L'alternativa c'è'". 

"Rispetto gli iscritti, ma stavolta non posso digerire il sì a Draghi", aveva dichiarato Di Battista all'indomani della presentazione della lista dei ministri da parte del nuovo presidente del Consiglio. Dalla formazione del governo in poi i rapporti tra il M5s e Dibba si sono raffreddati sempre di più, al punto da maturare la decisione di uscire autonomamente dal Movimento: il suo profilo non è più consultabile sulla piattaforma Rousseau e quindi non risulterebbe più iscritto al partito fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casalino. 

 

 

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