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Luigi Di Maio ed Enrico Letta, flash Dagospia: "Nuovo patto tra Pd e M5s". Roba umiliante

martedì 16 marzo 2021

2' di lettura

Più cattivo di così, con Luigi Di Maio ed Enrico Letta, forse Roberto D'Agostino non poteva essere. Mai troppo tenero con M5s e Pd (e come dargli torto), Dagospia picchia duro sul neo-segretario democratico e il capetto in minore del Movimento (ritiratosi per far spazio al reggente Vito Crimi, anche per evitare nuovi disastri elettorali, e ora scavalcato pure da Giuseppe Conte) con una mirabolante "flash news". In gergo giornalistico, così si definisce un'ultim'ora, una notizia-lampo destinata spesso a far discutere per tutta la giornata. Peccato che in questo caso il retroscena politico di Dago sia molto più vicino a una freddura che a una indiscrezione. 

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"Si prevede un nuovo accordo politico tra Pd e M5s", scrive Dago. A sinistra qualcuno starà tremando, altri sogneranno la riscossa. Ed ecco la batosta, una bella mazzata satirica tra capo e collo: "Si chiamerà Lettamaio", assicura il sito fondato e diretto dall'ineffabile D'Agostino. Mistero sulla natura dell'accordo, suggestivo perlomeno il nome che evoca nefaste conseguenze e scenari decisamente "marroni". Altro che giallorosa o giallorossi, insomma. 


D'altronde, i rapporti tra i grillini e i dem sembrano ora in una fase di stallo. Con le dimissioni di Nicola Zingaretti, il grande sostenitore di una alleanza elettorale coi grillini. che qualcosa dovesse cambiare negli equilibri tra i due partiti appariva scontato. Certo, Zingaretti in qualità di governatore del Lazio ha chiamato nella sua maggioranza proprio i 5 Stelle, con Roberta Lombardi in testa. Ma al Nazareno c'è chi chiede a Letta di rialzare la testa, di avere un Pd non più succube dei 5 Stelle. Traduzione: alleati sì, ma da una posizione dominante. E le stesse conferme che vorrebbero l'ex ministro dell'Economia Roberto Gualtieri come candidato sindaco a Roma, sfidante di Virginia Raggi, tutto sembrerebbe tranne che un messaggio amichevole al partito di Grillo. A meno che il "patto Lettamaio" non preveda proprio questo: fare fuori uno a uno tutti i nemici interni del ministro degli Esteri di Pomigliano d'Arco.

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