La strana coppia
Giuseppe Conte, "capetto fantasma". Retroscena: perché è sparito, chi vuole fare fuori
Il M5s è senza un capo politico. Oggi scadono i trenta giorni di proroga concessi dalla 'base' alla reggenza di Vito Crimi. Giuseppe Conte, però, lavora. Per se stesso e per il Movimento, "a fari spenti", perché non vuole tornare alla ribalta fino a quando il M5s non sarà saldamente nelle sue mani. Ma il suo lavoro di rifondazione grillina non è facile. La maggior parte del tempo cerca di risolvere la questione politica grillina: la transizione verso un nuovo soggetto politico.
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Lunedì ha incontrato i capigruppo, poi con Vito Crimi in uno studio legale della Capitale, per trovare una nuova veste allo Statuto dei 5 Stelle. Il vero problema di Conte è riuscire a liquidare Davide Casaleggio e Rousseau. Il figlio del fondatore, scrive il Giorno, pretende non solo il pagamento dei debiti dei parlamentari, ma anche una pesante cifra d'ingaggio per il prossimo periodo. Con Conte non c'è feeling e l'ex premier lo vuole liquidare. L'idea è quella di trovare una soluzione-ponte per far votare gli iscritti 5 Stelle le modifiche statutarie, senza passare per Rousseau.
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Il nuovo soggetto politico si doterà di una nuova piattaforma, prima però si dovrà entrare in possesso degli elenchi degli iscritti (120mila persone): Casaleggio non vuole. Allora Conte sta anche pensando a un nuovo partito, un nuovo simbolo e 3mila euro al mese di donazione dagli eletti. A giugno tutto dovrà partire per l'inizio della campagna elettorale per le amministrative d'autunno: Conte vuole rinsaldare l'alleanza con il Pd. Per l'ex premier ora il compito difficile è tenere insieme i gruppi parlamentari. La paura di molti è la rielezione, perché col taglio dei parlamentari due eletti su tre perderebbero lo scranno. E il rischio che molti decidano di lasciare la scialuppa grillina e quindi anche il possibile finanziamento del nuovo partito di Conte e Grilli, preoccupa l'ex premier.
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