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Lega, Claudio Borghi dopo l'addio della Donato: "Nemmeno Trump". Poi il messaggio a Matteo Salvini

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Le strade di Claudio Borghi e Francesca Donato sono destinate a separarsi. E ora l'economista e deputato pare intenzionato a lanciare la scalata alla Lega. Sia Borghi sia la Donato sono accomunati da una posizione decisamente critica su vaccini e Green pass, tanto da diventare volenti o nolenti dei punti di riferimento politici, sui social, del variegato mondo no vax e no Green pass.

 

 

 

Non poco l'imbarazzo dentro al Carroccio, visto che Matteo Salvini ha sciolto le riserve, scacciato le tentazioni "antagoniste" e posizionato il partito saldamente nel campo governativo pro-vaccini, senza se e senza ma.

 

 

 

 

Lo imponevano le esigenze dei governatori, da Luca Zaia a Massimiliano Fedriga, impegnati sul campo a scongiurare nuove ondate di contagi e a salvare l'economia, la scuola e i posti di lavoro. E lo imponevano anche i sondaggi, visto che il 70% degli elettori leghisti si dice convinto della bontà delle politiche di Mario Draghi su Green pass e vaccini.

 

 

 

 

 

Ridotto drasticamente lo spazio di manovra per i "dissidenti", l'eurodeputata Donato (protagonista di parecchie sanguinose gaffe anche in diretta tv) ha deciso di dire addio ufficialmente al partito. Radio-Strasburgo parla di un possibile passaggio con Fratelli d'Italia, decisamente più schierati su posizioni dubbiose rispetto alla Lega.

 

 

 

 

Borghi però a lasciare non ci pensa minimamente e su Twitter, dov'è attivissimo, lettissimo e commentatissimo, scrive: "Se si vogliono cambiare le cose anche nel proprio condominio bisogna arrivare al 51%. Se non si accetta la sfida di convincere delle proprie idee innanzitutto il proprio partito a quel 51% non si arriverà mai. Strada difficile ma è la politica. Nemmeno Trump si è fatto il partito". Parole che sembrano un riferimento diretto alla Donato, ma anche un messaggio per il Capitano.

 

 

 

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