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Brunetta, Gelmini e Carfagna, il vero obiettivo dei frondisti di Forza Italia: "Casa Draghi"

Alessandro Giuli
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Mara Carfagna, Mariastella Gelmini, Renato Brunetta. Tre ministri in cerca d'autore, ovvero la classe dirigente forzista al governo prodotta da un mirabile colpo di coda draghiano di Gianni Letta a dispetto del cerchio magico del Cavaliere. A vario grado, tutti e tre hanno i loro buoni motivi per voler fotografare il quadro politico esistente (un governo tecnico senza alternative parlamentari). Al nuovo centrodestra a trazione sovranista in Italia, con il tutorato berlusconiano in Europa, preferiscono anche loro il cosiddetto scherma "Ursula": tutti dentro tranne Matteo Salvini e Giorgia Meloni.

 

 

 

 

 

Ma per raggiungere l'obiettivo sanno di dover valicare i confini domestici e costruire un movimento autonomo che non somigli troppo all'antica Unione di Centro (Udc) di Pier Ferdinando Casini. Per il momento sono usciti soltanto allo scoperto per lamentare la cedevolezza del fu Caimano verso la coppia sovranista, hanno annusato con favore il vento centrista portato da Calenda (che però punta ad annetterseli nella sua Azione senza troppi complimenti) e nel breve periodo confidano di poter eleggere domicilio in casa Draghi. Quale che sia, ovunque sarà, se sarà.

 

 

 

 

 

 

 

Giovanni Toti. È il solo ex delfino di Berlusconi dotato di quid. Infatti si è reso indipendente al momento più opportuno, fondando "Cambiamo" dall'alto della presidenza della Regione Liguria e non senza portarsi dietro alcuni azzurri insoddisfatti. Gode di un forte consenso locale e d'una notevole destrezza comunicativa. Ma per farne cosa?

 

 

 

 

 

 

Il suo progetto è quello che più somiglia al demo-centrismo tradizionale: governa anche grazie a voti sovranisti, ha buoni rapporti con Matteo e Giorgia ma va dritto per la sua strada che proprio dritta non è. Per un certo periodo è sembrato il segretario di un immaginario partito dei virologi, più realista del re quanto a restrizioni e chiusure. Il che è piaciuto molto al Conte bis e non dispiace a Draghi. Adesso che la pandemia perde vigore (così pare), dovrà tornare a parlare anche di politica. Sembrava destinato a prendersi Forza Italia in coppia con la Carfagna, è andata com' è andata. L'inerzia potrebbe portare FI a riprendersi lui, o per lo meno i suoi voti.

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