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Mario Draghi "smascherato" da Marcello Sorgi: "A chi gli chiede della sua candidatura al Quirinale..."

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Il prolungamento dello stato d’emergenza al 31 marzo 2022 porta con sé una conseguenza politica: l’uscita di scena di Draghi come candidato al Quirinale e "la conferma che il suo ruolo di guida a Palazzo Chigi è indispensabile, specie nell’attuale, nuovamente incerta fase della lotta al virus", scrive Marcello Sorgi sulla Stampa. "È abbastanza chiaro infatti che il presidente del consiglio che si rivolge al Parlamento per allungare un periodo eccezionale, con tutte le conseguenze che comporta sotto il profilo istituzionale, non possa certo sganciarsi dopo un mese o poco più per dedicarsi a un altro incarico, provocando una crisi di governo nel momento meno adatto", continua Sorgi.

 

Il premier non crede alla tesi della rinuncia per il bene del Paese. "E a chi gli chiede" della sua candidatura al Colle, spiega che non è farina del suo sacco. Il ragionamento politico del premier spiega che la sua candidatura al Colle "è frutto della confusa vigilia delle votazioni di gennaio per eleggere il successore di Mattarella". E che la confusione politica è creata dai leader dei partiti che tirano fuori "nomi usati e smentiti senza costrutto e talvolta anche senza logica".

 

 

Così in due settimane, prima il “no” ribadito da Mattarella a un bis, poi con la proroga dello stato d’emergenza "che magari non esclude del tutto, ma rende molto più difficile l’ipotesi Draghi, sono venute meno le due principali candidature, che venivano considerate come una rete di sicurezza per la stabilità del Paese in un momento in cui ne ha davvero bisogno". Per Sorgi la situazione è coplicata e, "adesso, come nel Monopoli, si torna al punto di partenza. E il guaio è che questo non è affatto un gioco", conclude amaramente.

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