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Parlamento: lavoro nero, stipendi da fame, umiliazioni e sfruttamenti. L'onorevole trascinato in tribunale

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Assistenti mandati a comprare assorbenti in farmacia o a fare la spesa al supermercato: sono circa 80 i collaboratori parlamentari che hanno denunciato irregolarità nei loro contratti di lavoro e condotte di sfruttamento al limite del mobbing. Ne dà notizia il Tempo. Al momento una ventina di casi è già finita davanti al giudice del lavoro. "I parlamentari che legiferano contro i contratti atipici, sono i primi a usare finti co.co.co., co.co.pro. o partite Iva per risparmiare sul costo del lavoro, a fronte di orari rigidi e un rapporto gerarchico che andrebbe inquadrato come subordinato", ha spiegato Fabio Santoro, legale di fiducia di Aicp (Associazione Italiana Collaboratori Parlamentari). 

 

 

 

Ma non è tutto. Santoro ha parlato anche di collaboratori che "hanno scoperto di non avere un contributo versato dopo anni di lavoro; altri a cui non è stato pagato il trattamento di fine rapporto o la tredicesima; c’è addirittura chi si è visto negare documenti fiscali come la certificazione unica. Qualcuno è stato licenziato in maniera semiritorsiva, qualcun altro senza preavviso". Il problema è che gli assistenti verrebbero trattati come dei "collaboratori domestici, obbligati a lavorare senza turni, anche di domenica e in orario notturno". La maggior parte di quelli che poi viene citata in giudizio, però, per evitare la gogna "preferisce arrivare a un accordo conciliativo che risarcisce integralmente l’assistente (anche per 20mila euro) ma, di contro, lo obbliga a rigide clausole di riservatezza", ha spiegato l'avvocato. 

 

 

 

Stando ai dati ufficiali diffusi dalla Camera e riportati dal quotidiano romano, in totale sono 488 gli assistenti contrattualizzati: solo il 24% ha un contratto subordinato; il 40% ha un rapporto di collaborazione, il 36% è inquadrato come autonomo. Nessun censimento sui collaboratori dei senatori. Non va meglio quando si parla di compensi: "Io ho visto tanti contratti da 500 o 600 euro al mese. Nel migliore dei casi, e sono casi isolati, i collaboratori vengono pagati 1.000-1.200 euro netti mensili", ha spiegato l’avvocato Santoro, che ha parlato addirittura di lavoro in nero.

 

 

 

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