Numeri, numeri, numeri

Berlusconi e Salvini insieme? Il sondaggio che spaventa Giorgia Meloni: ecco quanto vale "Forza Lega", le cifre

Pietro De Leo

Semplificando, è il progetto "Forza Lega". Quella strada che porta ad un'ipotetica lista unitaria tra i partiti di Salvini e Berlusconi. Il leader di via Bellerio, a "Porta a Porta", ha rilanciato il valore di quella sinergia che, tra alti e bassi, nelle ultime settimane ha preso vigore. Quale potrebbe essere il potenziale di consenso? Libero l'ha chiesto ad alcuni sondaggisti. Il riscontro è positivo, per quanto alcune difficoltà fisiologiche sono sul tavolo ed è necessario superarle.

Antonio Noto, di Noto Sondaggi, spiega: «Al momento non ho rilevazioni su questo, ma è possibile trarne un ragionamento: l'elettorato di Forza Italia è uno zoccolo duro fidelizzato a Berlusconi, dunque se quest' ultimo volesse costruire "Forza Lega", lo seguirebbe.
Non ci sarebbero grandi perdite. Magari alcuni dirigenti e parlamentari non lo seguirebbero, ma questo è un altro discorso». Sul fronte Lega, invece, «il suo elettorato simpatizza molto per Fi, perché magari qualche anno fa la votava, e potrebbe vedere con favore questo percorso». Dunque, operazione sicuramente positiva.

 

 

«Quando c'è la fusione tra due partiti», prosegue Noto, «1+1 non fa mai 2, ma 1,5. Ecco, nel caso in questione questo principio non si applicherebbe, perché la perdita sarebbe davvero minimale». È possibile, chiediamo, che qualche elettore di centrodestra che oggi ha scelto l'astensionismo possa tornare a votare scegliendo questo ipotetico partito? «Non direi: chi oggisi astiene può convincersi solo con qualcosa di veramente nuovo». E quali conseguenze, nel campo dei consensi, potrebbe avere Fratelli d'Italia?
«Sarebbe», spiega Noto, «del tutto ininfluente».

Carlo Buttaroni, dell'Istituto Ixè, parte dai punti critici del dossier: «Il posizionamento in campo europeo, che non mi pare un aspetto secondario.
Forza Italia è nel Ppe, la Lega in Identità e Democrazia. Peraltro, i due partiti si sono espressi già in modo opposto sul ballottaggio delle presidenziali francesi». Dunque «si tratta di un nodo che va risolto prima di iniziare un percorso insieme». Poi c'è un tema di contesto: «Andiamo verso un turno elettorale delle politiche con un considerevole taglio dei parlamentari: entrambi i partiti si preparano ad avere meno eletti, dunque in caso di lista unica la scelta delle candidature non sarà un momento facile». Però, «sarebbe sicuramente una realtà importante, magari con qualche difficoltà iniziale, ma con delle prospettive valide, considerando che c'è un terreno comune: Lega e Fi sono insieme sia al governo, sia nelle amministrazioni locali».

 

 

Renato Mannheimer, invece, sottolinea il tema della leadership. Se spettasse a Sal vini, osserva, «negli ultimi mesi ha avuto delle difficoltà, una linea non proprio chiara verso il governo. Questa cosa non è piaciuta né agli anti -Draghi, né ai pro -Draghi e dunque la direzione da intraprendere va chiarita, specie considerando che gli elettori di Fi sono moderati», in ogni caso, «Salvini resta un leader popolare». Ma su quanto potrebbe attestarsi una lista unica Lega-Forza Italia? «Se entrambi i partiti, oggi, sommati, ottengono intorno al 24%, una corsa unitaria può valere tra il 20 e il 22%». Di «iniziativa che avrebbe molto senso politico» ragiona invece Federico Benini, di Winpoll. «Si tratta di un'operazione che potrebbe portare ad avere il primo partito italiano, con un asse più spostato verso il centro».

 

 

E poi la buttalì: «Forse è un po' forzato, ma si avrebbe una specie di ritorno del Popolo della Libertà, con la Lega al posto di quella che era An». E il prodotto di tutto questo», osserva Benini, «potrebbe funzionare sia con l'attuale legge elettorale, sia con un proporzionale puro». Anzi, «se si dovesse riproporre unassetto di maggioranza simile all'attuale» il partito «Forza Lega» sarebbe «decisivo e centrale, e potrebbe esprimere il premier, magari indicandolo tra figure d'area».