Giorgia Meloni e Matteo Salvini
Se è vero che sta tornando il bipolarismo, se è vero che due partiti a vocazione maggioritaria - Partito democratico e Fratelli d'Italia - sono in procinto di ristabilire le regole della democrazia dell'alternanza fra coalizioni rivali, ne consegue che la destra ha bisogno di un centro. Perché in un regime bipolare, che per definizione è inclusivo e moderatore delle ali estreme, quando a sfidarsi sono appunto due Poli compositi e non due partiti unici, è in quel non-luogo di moderazione che si conquista la partita.
È da questa constatazione che deve partire un ragionamento strategico. A meno di pensare che per l’anno prossimo Giorgia Meloni vada incontro a un exploit paragonabile a quello grillino del 2018, ciò che le varrebbe di diritto l’incarico di formare un suo governo e al tempo stesso il dovere di offrire una classe dirigente prontaalla bisognae tale da rassicurare l’Europa e i mercati internazionali, il centrodestra rischia di presentarsi all’appuntamento sfibrato dalla concorrenza interna e – complice l’implacabile mega macchina dell’informazione mainstream antipatizzante già all’opera – schiacciato su parole d’ordine che ricalcano uno schema desueto e perdente, che potremmo definire “trumpiano”: popolo contro élite, anti-sistema contro sistema, viscere tonitruanti con venature sanfediste contro cervelli raffinatie sorretti dalla consuetudine del deep state con l’arte del comando in ogni sua articolazione. In tali condizioni il risorgente centro, ma sarebbe forse più esatto definirlo come una “area mediana” dell’arco parlamentare che non si esaurisce nella canonica rappresentanza del cattolicesimo social-popolare, si porrà sempre al servizio del Pd e come sempre finirà per temperarne le ancestrali tentazioni collettiviste e nobilitarne l’accesso al cuore dell’establishment globale. In poche parole: s’intravede all’orizzonte il profilo di un Ulivo 2.0, assai più temibile della tarda e sgangherata Unione prodiana, del quale il Polo antagonista deve prendere immediatamente le misure opponendogli una rete di relazioni, un complesso di valori e se possibile un rassemblement rinnovato stanziato a debita distanza dalle utopie regressive altermondiste,illiberali e fanatizzate, che nulla hanno da spartire conl’ideale d’una destra avanzata, costituzionale,inclusiva ed eurocentrica.