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Flavio Tosi, stoccata a Giorgia Meloni: "Se un leader non controlla il suo candidato..."

di Pietro De Leo lunedì 20 giugno 2022

3' di lettura

«Ora dovrò parlare con Forza Italia. È il mio partito di riferimento, decideremo che linea tenere».
Libero telefona a Flavio Tosi nella domenica del game over. Riassunto delle puntate precedenti: Tosi, candidato sindaco centrista arrivato terzo, assieme a Forza Italia in cui da pochi giorni ha fatto ingresso, aveva avanzato una proposta di apparentamento per il ballottaggio a Verona con Federico Sboarina, sindaco uscente e di nuovo in corsa per Fratelli d'Italia e Lega. Sboarina, però, ha chiuso definitivamente la porta, e ora non c'è più tempo.

Però lei ieri (sabato, ndr) ha affermato: «Immagino che voterò per Sboarina». Ora non lo dice più. Ha cambiato idea?
«Ripeto: devo confrontarmi con Forza Italia prima di qualunque dichiarazione. Di certo non voterò per Tommasi».

Perché si è arrivati alla chiusura definitiva?
«Bisogna chiederlo a Sboarina, e non a me. In vista di un ballottaggio, ovviamente chi arriva secondo ha sempre maggiori difficoltà.
Con Forza Italia abbiamo parlato a lungo della possibilità di un apparentamento e ne abbiamo offerto la disponibilità. Perché Sboarina non ascolti Giorgia Meloni e Matteo Salvini, questo bisogna domandarlo solo a lui».

Ma lei un'idea non se l'è fatta?
«Secondo me Sboarina pensa che Verona non farà mai vincere la sinistra, e che prevarrà l'anima di centrodestra della città. L'unica cosa di cui pare non voler tenere conto è che lui al primo turno ha preso il 32%, Tommasi il 40. Otto punti in meno alla partenza non sono pochi».

Non sarà che, dopo un accordo di apparentamento con lei, poi Sboarina avrebbe dovuto trattare volta per volta sul da farsi e sarebbe diventato estenuante?
«Chiave di lettura sbagliata. Una volta che si chiude un apparentamento e si trova una sintesi sul programma, non è che si tratta volta per volta. Io ho fatto il sindaco in coalizione: non è che stavo tutte le volte a trattare, e abbiamo governato per anni senza problemi. Una volta che c'è l'accordo, si parte e si lavora».

Con queste premesse, però, come potrà essere, dopo, il vostro confronto?
«È un problema che non mi pongo. Se Sboarina vince, avrà i numeri per governare. Il problema è che sta creando le condizioni per perdere. È indietro di 8 punti. Gli elettori di Tommasi andranno a votare tutti in massa, perché vedono il traguardo a un passo. Al ballottaggio, se le previsioni del tempo saranno fedeli, sarà una bella giornata, dunque l'astensione sarà ancora più alta. Sboarina purtroppo sta creando le basi per un ritorno della sinistra a Verona».

Lei insiste molto sugli 8 punti di svantaggio. Cos' è mancato all'alleanza Lega-Fratelli d'Italia?
«Un candidato sindaco più forte. Arrivare così al ballottaggio per un sindaco uscente è un segnale d'allarme, e non lo dico io ma lo ha detto Matteo Salvini qualche giorno fa».

Ma quel che sta accadendo a Verona può incidere sulle dinamiche nazionali del centrodestra?
«Sboarina ha aderito a Fratelli d'Italia e non ha risposto positivamente alle indicazioni di Giorgia Meloni e dei dirigenti. Se una leader non controlla un suo candidato, direi che qualche problema questa cosa lo pone».

A proposito di scenario nazionale. Lei è entrato qualche giorno fa in Forza Italia. Questa iniziativa si limita alla contingenza elettorale o ha una prospettiva più ampia?
«No, non si limita al momento. È un'iniziativa che va a sviluppare una collaborazione stretta e leale da tempo intavolata su vari temi. Chiaramente è tesa a concretizzare quell'operazione lanciata da Silvio Berlusconi e Antonio Tajani: serve ricostruire un soggetto politico liberale, riformista e garantista, orientato al pragmatismo. Per fare questo servono volti anche nuovi, che abbiano consenso territoriale. Un'operazione intelligente di cui vogliamo essere parte». 

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