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Goffredo Bettini: "Politica imprevedibile", la frase che svela il dopo-voto

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"Non fare affatto per scontata la vittoria della destra . È divisiva, intimorisce una grande parte del Paese e nell'insieme ha un sapore illiberale condito con troppe promesse demagogiche e irrealizzabili". Goffredo Bettini , guru del Pd zingarettiano , ci spera ancora, ma nell'intervista che ha concesso a Maria Teresa Meli per il Corsera  si toglie parecchi sassolini dalla scarpa. Lui, ad esempio, era scettico sull'accordo con Carlo Calenda : "Abbiamo fatto bene a provarci. Ma ho avvertito il mio partito che il percorso con lui sarebbe stato rischioso e difficile". E ancora: "È stato giusto stare appresso al 2-3-4% di Azione, ma francamente è molto più utile e guardare significativo a quel 50% di Italia che non vota . È lì la miniera nella quale scavare per il riscatto della Nazione". Per Bettini servivano in campo tutti i democratici: "Se si è arrivati ​​a questo esito, non è per responsabilità del Pd. Enrico Letta è stato paziente e unitario fino al punto di rischiare l' autolesionismo . Ora siamo in campo con le nostre idee. È il momento di battersi, non di recriminare sul passato".

 

Quanto al pericolo fascista , evocato dalla sinistra, Goffredo Bettini è tranchant : "Non credo al pericolo fascista se intendiamo il fascismo storico ", puntualizza il dem. "Attenzione a non delegittimare l'avversario fino a rendere un mostro. Credo invece in una possibile stretta autoritaria e illiberale; accompagnata da un'impronta di classe a favore dei più ricchi". Di certo bisogna "impedire che la destra conquisti i 2/3 del Parlamento: è decisivo per salvare la Costituzione. Ma noi lottiamo per vincere". E si vince, secondo Bettini mettendo al centro "la credibilità della democrazia e le ingiustizie sociali che permangono e si allargano. Se riusciremo a essere convincenti, empatici, esemplari su questi fronti, guardando con gli occhi di chi nella vita, ogni impresa è possibile". Riguardo alle alleanze per governare il Paese, Bettini, rimanda al 25 settembre: "La bellezza della politica è nella sua imprevedibilità.
Adesso la priorità è il voto al Pd e alla coalizione che siamo riusciti a costruire". Quanto ai Cinque Stelle: "Mi sono speso fino all'ultimo per salvare la prospettiva unitaria con
Giuseppe Conte. Non rinnego nulla delle scelte passate. Insieme abbiamo salvato l'Italia, ottenuto miliardi di preziosi dall'Europa e affrontato con dignità ed efficacia la pandemia. Ma la sfiducia al governo Draghi è stato un grave errore di Conte. Ha mandato all'aria la nostra alleanza e un lavoro positivo che si stava svolgendo. È rimasta una ferita profonda ". Che solo il balsamo di una vittoria potrà rimarginare.

 

 

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