Matteo Salvini, la Lega si gioca gli assi: i nomi "top" per vincere

Fabio Rubini

La Lega ha chiuso la partita sui collegi uninominali. In Lombardia gliene toccheranno nove alla Camera e cinque al Senato. Tra i nomi scelti dalla segreteria non ci sono grandi sorprese. Quelle, al limite, ci saranno nei listini plurinominali del proporzionale che, però, dovrebbero essere chiusi tra ieri notte e questa mattina. Così almeno fanno sapere da via Bellerio. Partiamo dalla Camera. Gli uninominali che la coalizione di centrodestra ha riservato alla Lega sono, come detto, nove. Nemmeno uno a Milano, dove comunque si candiderà «orgogliosamente» come capolista del proporzionale Matteo Salvini. Laura Ravetto sarà candidata nel collegio di Legnano; il vice segretario del Carroccio, Andrea Crippa correrà a Seregno; Stefano Candiani, che è stato sosttosegretario agli Interni nel primo è stato schierato a Busto Arsizio. L'attuale sottosegretario agli Interni, invece, Nicola Molteni duellerà nel collegio di Como. Il ministro allo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti non correrà a Varese, bensì a Sondrio. A Bergamo c'è Rebecca Frassini, altro parlamentare uscente. A Lumezzane (Brescia) si ripresenta l'ex assessore regionale (giunta Maroni) Simona Bordinali, che tenta il suo secondo giro a Roma. A Cremona c'è una veterana come Silvana Comaroli che tra Camera e Senato è a Roma dal 2008. Infine nel collegio di Mantova si ricandida Andrea Dara.

 

 

 



TANTE RICONFERME - Anche in Senato, all'uninominale, ci sono parecchi big del partito in Lombardia. Massimiliano Romeo, che nella scorsa legislatura è stato capogruppo al Senato non si ricandida nella sua Monza (dove dovrebbe lasciare il posto a Silvio Berlusconi) ma in un'altra roccaforte del centrodestra, il collegio di Varese. A Milano, invece, si ripresenta Maria Cristina Cantù, mentre l'ex ministro e attuale sottosegretario all'agrcoltura Gian Marco Centinaio si tiene stretto il suo seggio sicuro nella sua Pavia (che con la nuova legge elettorale si allarga fino a comprendere tutta la provincia di Lodi).
Nella circoscrizione di Bergamo si ripresenta Daisy Pirovano, che è anche sindaco di Misano di Gera d'Adda. Infine Stefano Borghesi sarà l'alfiere del Carroccio (e dell'intero centrodestra) a Brescia. All'appello mancano i nomi che comporranno i listini bloccati che correranno nelle circoscrizioni del proporzionale. Come detto in Lombardia ci sarà sicuramente Salvini, ma un posto alla Camera dovrebbe saltare fuori anche per il fondatore Umberto Bossi. Sempre nel proporzionale correranno poi tutti gli uscenti che hanno avuto un ruolo nel governo Draghi, così come anticipati nei giorni scorsi. Tra questi in Lombardia ci saranno sicuramente il ministro per il Turismo Massimo Garavaglia, che dovrebbe correre per il Senato, Alessandro Morelli, attuale viceministro alle Infrastrutture, che dovrebbe ritrovare posto alla Camera. E ancora: un posto in lista ci sarà anche per il coordinatore lombardo Fabrizio Cecchetti, per il vice presidente del Senato e decano leghista, Roberto Calderoli e per l'uscente Igor Iezzi. Si vocifera anche di una candidatura per Stefano Locatelli, attuale responsabile enti locale del Carroccio e resta in bilico la posizione del capogruppo in Regione, Roberto Anelli, che sogna di chiudere la sua carriera in Senato, ma per il quale la Lega dovrebbe fare una deroga ai desiderata di Salvini che solo pochi giorni aveva detto «chi sta lavorando per la Regione deve restare lì, non vogliamo destabilizzare il Consiglio a pochi mesi daìl voto». Tra i civici ci sarà spazio per il giurista Giuseppe Valditara.

 

 

 

 

GLI ALTRI - Se il Carroccio ha presentato i sui nomi, gli alleati stanno ancora limando le liste. Forza Italia dovrebbe averle chiuse la notte scorsa, in quella che qualcuno, scherzosamente, ha definito «la notte dei lunghi coltelli». I nomi la cui presenza è data per scontato sono quelli della coordinatrice lombarda Licia Ronzulli al Senato e di quella milanese Cristina Rossello alla Camera. Nella sua Pavia dovrebbe avere un seggio sicuro Alessandro Cattaneo. Su Milano è data per certa la meritata promozione di Giulio Gallera. Se la giocano, invece, il consigliere comunale Marco Bestetti e l'ex capogruppo a Palazzo Marino Fabrizio De Pasquale. A Monza ci sarà il vice presidente della Camera Andrea Mandelli e un posto potrebbe saltare fuori anche per l'ex sindaco Dario Allevi, sul cui curriculum, però, pesa la sanguinosa sconfitta alle amministrative. Del resto Adriano Galliani ha deciso di decicarsi al suo Monza Calcio e non si ripresenterà.
 

COL BILANCINO - Chiudiamo con Fratelli d'Italia. Anche qui il lavoro di limatura è più complicato del previsto, non tanto per dissidi interni, quanto per la volontà dichiarata di Giorgia Meloni di equilibrare le candidature, dosando con attenzione i nomi graditi al territorio, con quelli della società civile. L'obiettivo della leader è quello di non sbilanciare troppo il partito verso figure esterne. I nomi: tutti gli uscenti sono riconfermati, quindi Ignazio La Russa, Daniela Santanché, Paola Frassinetti, Marco Osnato, Alessio Butti e Lucrezia Mantovani. Tra le new entry gli ex ministri Giulio Terzi di Sant' Agata e Giulio Tremonti.