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Romano Prodi contro Calenda: "Può cambiare il corso della storia italiana"

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Romano Prodi come Giorgia Meloni. Proprio così, stupendo tutti l'ex presidente del Consiglio difende Viktor Orban. Nei giorni scorsi il presidente dell'Ungheria era stato accusato dall'Unione europea di "mancanza di democrazia". Un biasimo che non era piaciuto alla leader di Fratelli d'Italia, che a sua volta aveva sottolineato come Orban fosse stato votato regolarmente. Ed ecco che l'esponente del Partito democratico commenta così la notizia: "Nessuno mette in dubbio che le elezioni in Ungheria siano state regolari. Non si sanziona un risultato elettorale, si sanzionano i comportamenti. Quelli di Orbàn vanno contro i pilastri fondamentali delle regole europee, sottoscritte da tutti i paesi, su libertà di stampa, trattamento delle minoranze, giustizia. Che Meloni non veda il rischio di un’Italia emarginata in Europa è preoccupante".

 

 

Eppure, gli ultimi sondaggi prima del silenzio davano Fratelli d'Italia in testa. Da qui il consiglio al Pd, affinché dia una svolta. Come? "Ribadendo le sue radici, la giustizia sociale, i contenuti di uguaglianza, il momento in cui il riformismo cattolico e quello della sinistra si sono incontrati. Non vagheggio un ritorno all’Ulivo, ma quelle culture di base sono ancora il fondamento di un’Italia futura che punti alla ricomposizione delle impressionanti disuguaglianze che si sono formate in questi anni. Le differenze sono troppe e solo il Pd può rimediarvi".

 

 

 

 

Prodi non si risparmia neppure su Carlo Calenda. Il leader di Azione, dopo aver stracciato l'accordo con i dem, si è unito a Italia Viva di Matteo Renzi. I due hanno dato vita al cosiddetto Terzo Polo, ma il "tradimento" è ancora difficile da digerire: "Per me è stata una grande sorpresa. Avevo notizie precise e coerenti di un accordo già definito. Il giorno dopo Calenda è andato da Annunziata a disdire l’accordo. Una decisione improvvisa che può cambiare il corso della storia italiana. Nei collegi sottrae parlamentari al centrosinistra e rafforza oggettivamente la destra".

 

 

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