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Morani contro il Pd: "Al lupo, al lupo", la verità sul fango contro Meloni

venerdì 7 ottobre 2022

2' di lettura

Alessia Morani non ci gira troppo intorno: la sconfitta del Pd è stata catastrofica. Ma l'ex parlamentare dem fa un passo avanti nell'analisi della sconfitta e parla proprio della campagna elettorale del Pd che è stata basata tutta sull'allarme fascismo appiccicato addosso alla destra e delle critiche per la presunta vicinanza di Meloni e Salvini a Orban. A quanto pare tutti questi allarmi con il risultato del voto sono sparito. Il Pd si è avvitato su se stesso a parlare di congressi e di nuovi segretari allontanandosi sempre di più da quel tessuto sociale che gli ha voltato le spalle.

In un'intervista a ilGiornale la Morani mette a nudo proprio il Nazareno: "Perché la sconfitta è stata catastrofica?. Perché abbiamo ripetuto per settimane che era un voto storico, che c'era da scegliere tra l'estrema destra sovranista di Orban e la democrazia europea, tra il rischio autoritario e la difesa della Costituzione: se era vero, non possiamo far finta di niente ora che abbiamo perso quella sfida storica, come se fosse stato un al lupo, al lupo". Insomma un esponente dem di peso dice tra le righe quello che abbiamo ripetuto per settimane: il pericolo fascista non c'è e non c'è mai stato e ora, archiviata la campagna elettorale emerge chiaramente che quella retorica usata da Letta è servita solo per raccattare qualche misero voto in più che non ha evitato l'imbarcata colossale al Pd. Ma la Morani è un fiume in piena: "Abbiamo avuto una linea confusa e ondivaga: da Conte punto di riferimento progressista a mai con chi ha tradito Draghi a fare alleanze con chi come Fratoianni era contro Draghi e persino contro Finlandia e Svezia nella Nato, e con quel bravo ragazzo di Di Maio che con la sua scissione ha affrettato la crisi. Dal campo largo siamo passati al camposanto".

Parole durissime che danno l'idea di quanto sia alta la temperature tra i corridoi dem in cui il veleno ormai è arrivato anche sui gradini delle scale. Infine parla anche della mancata alleanza con Conte: "Su di lui è stato fatto un errore suicida: il premier gialloverde, quello che si faceva fotografare tutto sorridente con Matteo Salvini e il cartello Viva i decreti sicurezza è stato da un giorno all'altro indicato come grande leader progressista. Sono stati i massimi dirigenti del Pd - allora il segretario era Nicola Zingaretti - a regalargli la patente di sinistra. Ora diventa difficile stupirsi perché i nostri elettori ci hanno creduto e hanno votato lui anziché noi: li abbiamo legittimati a farlo. Chi è causa del suo mal..". 

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