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Covid, con la Meloni "cambia tutto". Ma c'è un virus a destra...

Claudia Osmetti
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È quantomeno fredda la reazione di Forza Italia. Parla il premier Giorgia Meloni (Fdi), è il giorno del Senato. Parla di Covid e di pandemia: «Diamo valore alla scienza, per questo non la scambiamo con la religione», dice, «abbiamo contestato questo atteggiamento in passato, non lo riprenderemo». E ti aspetteresti un'ovazione dai banchi della maggioranza. Invece no. Quelli della Lega sono lì, chi in piedi e chi seduto, ad applaudire. Con loro gran parte di Fdi; ma non tutta. L'opposizione non fiata (o forse fiata anche troppo, ma dopo ci arriviamo), però gli azzurri e qualcuno di Fdi non si muovono di un centimetro. Non battono ciglio, non si scompongono. Per carità, nessuno smentisce Meloni e men che meno avanza perplessità: eppure li guardi e li passi in rassegna, i senatori forzisti, e lo intuisci che, su quel passaggio, di sintonia pare essercene ancora pochina. Magari è un caso, vai a sapere.

 

 

NORD CONTRO SUD - Quello che non è un caso è che, dall'altra parte, cioè nel centrosinistra, le parole di Meloni non le hanno prese benissimo. Basta che paventi una commissione d'inchiesta sul Covid per «fare chiarezza su quanto avvenuto durante la gestione della crisi pandemica» che mezzo Pd già alza le barricate. Non è che non la vogliono, idem, questa benedetta indagine ufficiale sull'emergenza sanitaria: però, a sentir loro, sul banco degli imputati dovrebbero salire le amministrazioni locali di centrodestra. Mica i vertici di Roma che, per forza di cose, han tessuto le fila della risposta anti-coronavirus dal 2020 all'altro ieri. «Facciamola pure», dice, per esempio, il senatore Francesco Boccia (Pd) nel prendere la parola durante la discussione perla fiducia, «ma allora si parli di tutto, anche delle responsabilità delle Regioni del Nord».

«Una commissione d'inchiesta potrà soltanto far luce sugli errori che sono stati fatti da alcune Regioni, tra cui la Lombardia che ha il record mondiale di decessi rispetto agli infetti», gli fa sponda in neo collega Andrea Crisanti fuori dal Parlamento: «Tutte le Regioni amministrate dal centrodestra hanno fatto una guerriglia senza tregua durante la seconda ondata che ha contribuito ad abbassare la guardia». D'altronde la linea l'aveva dettata lo stesso segretario dem Letta, martedì, quando alla Camera ha ribadito di essere «orgoglioso di avere nel nostro gruppo il ministro Roberto Speranza (ex numero uno della Sanità, ndr)». Infine c'è Chiara Geloni, che al Nazareno ha diretto il canale Youdem, ossia la webtv del Pd, che cinguetta su Twitter: «La commissione sulla gestione del Covid sarebbe di fatto una commissione d'inchiesta sull'opposizione. Cosa anti-democratica e scandalosa».

 

 

FONTANA ASSOLTO - Ecco, no. In uno Stato libero e civile e democratico (appunto) una commissione d'inchiesta sul pubblico non è mai anti-democratica. Sono proprio le democrazie quelle che scavano e vagliano e fanno le pulci a se stesse. Tanto per cominciare. E per continuare sarebbe il caso di ricordare ai dem di «opposizione opposizione opposizione» che le Regioni del Nord, e giusto per fare nomi e cognomi la Lombardia di Attilio Fontana (Lega), in tribunale per le questioni legate al virus, ci sono già state e, guarda un po', ne sono uscite prosciolte (il cosiddetto "caso camici", lo scorso 13 maggio). Senza contare che i renziani si sono detti favorevoli fin dall'inizio. «Non abbiamo nulla da temere», chiosa Crisanti.

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