Quirinale

Mattarella-Meloni, cos'è successo davvero: Breda zittisce Pd e Repubblica

La norma sull’alzamento del tetto del contante è stata tolta dal decreto Aiuti quater dopo che Sergio Mattarella ha fatto notare che, da un punto di vista di rispetto della Costituzione, sarebbe stato meglio inserirla nella manovra finanziaria anziché in un decreto legge. Non c’è stato alcun altolà presidenziale, ma dall’opposizione hanno provato a caricare la questione e a farla passare come una “gaffe” del governo presieduto da Giorgia Meloni. Pure Repubblica ha messo il carico, sottolineando gli interventi del Quirinale su temi chiave per la destra, anche se poi alla fine ha dovuto ammettere che non c'è stata alcuna bacchettata da parte del presidente dei confronti dell'esecutivo. 

 

 

In particolare si punta sul fatto che si tratti del terzo “incidente” in altrettante settimane: prima quello sui rave party, poi sulle ong (e la chiamata a Macron di Mattarella nel tentativo di metterci una pezza), adesso sul tetto del contante. A ridimensionare il tutto è stato il quirinalista Marzio Breda, che ha sottolineato sul Corriere della Sera come su questa faccenda “non c'è alcuna contrapposizione tra l'esecutivo e il Quirinale. Infatti, il provvedimento sui contanti - così come era stato studiato, predisposto e scritto dal governo - non sarebbe stato di immediata applicazione, entrando in vigore soltanto il primo gennaio 2023”.

 

 

“Il buonsenso - ha aggiunto Breda - suggeriva dunque, anche da un punto di vista di rispetto della Carta costituzionale, di inserirlo nella manovra finanziaria e non in un decreto legge. Una questione di forma e non di sostanza. E ne dà prova il fatto che l'esecutivo si è dichiarato perfettamente d'accordo con il Quirinale. Senza battere ciglio. Senza montarci sopra una polemica. Senza sentirsi commissariato”.