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Senato imbrattato? Storace: più sono cretini, più la sinistra li difende

di Francesco Storace mercoledì 11 gennaio 2023

3' di lettura

Orlando preoccupato. Piagnucolante. Libertario a modo suo. Col piagnisteo per chi imbratta e chissà se varrà anche per chi si è cimentato contro il Senato della Repubblica. L'esibizione per Simone Ficicchia, il capetto degli ecofurbi di Ultima generazione che hanno imbrattato La Scala di Milano e tanta altra roba, è a cura di Andrea Orlando, che nella vita ha fatto anche il ministro della giustizia per il Pd. Ieri c'era l'udienza in tribunale a Milano per il capobanda che ha guidato il 7 luglio la spedizione a Teatro, che ha approfittato della giornata di celebrità per caratterizzarsi quasi come un novello prigioniero politico. Alle sue spalle, in una specie di protezione modello Lotta Continua, si stagliava Gad Lerner, tutto fiero di sé. Mentre la Questura di Pavia vorrebbe un regime di sorveglianza speciale per l'imbrattatore, lasciandolo per un anno in soggiorno obbligato a Voghera, dove abita, per il pm va bene anche una misura di prevenzione più blanda. In tutto questo è appunto Orlando ad agitarsi con un'interrogazione al ministro dell'interno per "salvare" quel povero imputato, che sembra un eroe da graziare e semmai da premiare per quello che combina in tutta Italia.

BRAVATE ACCLARATE
Già, perché il giovane Ficicchia può esibire una trentina di procedimenti a suo carico, soprattutto per blocchi stradali tra Roma e Milano e per reati che vanno dal danneggiamento alla violenza privata fino alla resistenza a pubblico ufficiale. E una ventina sono le violazioni dei fogli di via emessi da varie città, come si legge nella richiesta ai giudici della Sezione misure di prevenzione, firmata dalla Questura pavese. Orlando si preoccupa che gli facciano chissà cosa e chiede a Piantedosi di non torturarlo, in pratica. Perché negargli la libertà... Ma nell'istanza della questura, il soggetto in questione viene definito «socialmente pericoloso» e «persona dedita abitualmente alla commissione di reati che mettono in pericolo l'incolumità pubblica». Un eroe o un delinquente? Al tribunale la risposta da dare soprattutto alla pubblica opinione. Ovviamente è bastata la presenza dei cronisti in tribunale a far sì che il bravo giovine si desse un tono rivoluzionario, impettito, fiero delle bravate.

Prima parlando di «repressione sproporzionata» - e chissà che cosa si dovrebbe fare per ottenere il rispetto della legge - e poi la rivendicazione: «L'obiettivo delle nostre azioni non violente è la salvaguardia del futuro» e per questo «mettiamo in gioco i nostri corpi». Ha evidenziato che in tutti i blitz, come gli «imbrattamenti», c'è sempre «il rispetto per le opere d'arte, perché scegliamo opere che hanno vetri protettivi e usiamo una vernice che è subito lavabile». Mai minacce né violenze e solo «resistenza passiva». Tutto ciò per non creare danni, al massimo disagi: «La nostra regola è che i blocchi stradali non durano più di 20 minuti». La furia che penetra nei cervelli degli automobilisti e di chi in generale lavora per portare il pane a casa non la prende proprio in considerazione...

LA SUPPLICA DI ANDREA
Comunque, non deve preoccuparsi, Simone, perché oltre a Lerner con lui è schierato proprio Orlando. Che prende carta e penna per chiedere al Viminale di attutire le richieste di misure contro Ficicchia. Senza venire meno - si preoccupa di scrivere - al rispetto «dell'azione autonoma della magistratura». E perché l'ex ministro vuole che Piantedosi intervenga? Perbacco, bisogna evitare «politiche che siano, in modo sterile laddove non controproducente rispetto al fine, solorepressive e criminalizzanti». Un esempio, non c'è dubbio, da esporre in bacheca. Statisti immaginari, viene da dire.

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