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Benzina, gli esperti fanno godere la Meloni: "Ha fatto bene"

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La mancata proroga del taglio delle accise è diventato un caso politico, con Giorgia Meloni che è stata attaccata in maniera strumentale dall’opposizione per alcuni video del 2019 e riproposti totalmente fuori contesto. Gli economisti interpellati dall’Agi sono però tutti concordi nel ritenere corretta la decisione del governo, che non ha veramente aumentato il costo del carburante e che soprattutto non poteva fare altrimenti in questo momento storico. 

 

Vittorio De Pedys, professore a Tor Vergata e alla Escp Business School, ha fatto un riepilogo della situazione: “Il governo Draghi nel marzo 2022 decise di applicare il taglio sull'accisa sui carburanti dal momento che il prezzo della benzina era schizzato, effettuando così uno sconto di circa 25 centesimi. Il nuovo governo ha prima mantenuto poi ridotto lo sconto, quindi lo ha tolto nella legge di Bilancio. Ma la polemica non è fondata perché il valore non è aumentato, è tornato al livello esistente prima del governo Draghi. Ora lo sconto sull'accisa viene tolto perché il prezzo di benzina e gas è sceso molto, tornando agli stessi livelli del 2012-2013. Il governo ha quindi preso la decisione corretta eliminando lo sconto che vale oltre 700 milioni al mese e fino a novembre è costato 7-8 miliardi, scegliendo di dirottare le risorse su altre spese”. 

 

A ciò va aggiunto il ragionamento di Cesare Pozzi, professore alla Luiss e all’Università di Foggia, che non vede spazio per un taglio delle accise nel prossimo futuro: “La coperta è corta ed è difficile da gestire, sostituendo con un altro prelievo fiscale. Il prelievo rimane invariato e non si può tagliare ex ante, ma solo dopo se il prezzo del carburante aumenterà nuovamente. La posizione del governo è saggia e attendista, nel percorso verso l'energia pulita. In una fase di passaggio i costi sono tanti e non sono non solo monetari".

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