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Alessandra Ghisleri, la rivelazione: "Draghi dimenticato con la Meloni"

Francesco Specchia
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Ha spiazzato pure l’oracolo. Alessandra Ghisleri, direttrice di Euromedia Research, è la regina dei sondaggi, la migliore degli aruspici, l’infallibile diapason del sentiment elettorale; ma non si aspettava - come tutti - Elly Schlein issata alla guida del Pd. Cara Ghisleri. Cosa è successo nella luce fioca dei gazebo democratici? «I sondaggi davano favorito nei circoli e tra gli iscritti Bonaccini, hanno votato in un milione, circa 600mila voti in meno rispetto a Zingaretti, e considera che alle ultime Politiche il Pd ha preso 5.356mila voti. Probabilmente con Schlein sono arrivati i più giovani, molti di quelli dei circoli non sono andati ai gazebo, e c’è stato sicuramente l’impegno nei diritti civili della Schlein. Ma il problema vero è un altro...».

 

 

 

 

...Schlein ha preso il 53,8%; ha davvero tutti quei voti (dato che le elezioni erano aperte a tutti)? 
«Appunto. Hanno votato a favore o contro? Voglio dire: dobbiamo fare ancora una vera analisi del voto. Erano davvero tutti elettori del Pd? Quanto hanno inciso le preferenze dei “vecchi” sponsor della Schlein, Prodi, D’Alema, Franceschini, Orlando e Bettini? Per ora l’analisi è in standby, dobbiamo ancora capire quanto vale adesso il Partito Democratico».
Lei ha detto che la Meloni, pur rimanendo alta la fiducia degli elettori, comincia ad aver qualche problema nella coalizione. Cosa intendeva? 
«Premettiamo che il centrodestra arriva sempre unito alla meta. Ma è indubbio che ci siano posizioni, dall’Ucraina ai balneari, alle posizioni di Berlusconi, che dividono nel suo interno. Il 60% di Forza Italia è convinto che la maggioranza resti coesa, ma il 40% dice il contrario; nella Lega la percentuale è del 63% e del 32%. Meloni comanda, ma sa che bisogna essere generosi anche con le posizioni dei propri compagni di viaggio».
E quindi, qual è la strategia giusta? 
«Quindi lì bisogna esercitare l’arte della diplomazia, specie considerando che gli altri tendono sempre a tenersi stretto l’elettorato; e che siamo sulla strada delle elezioni Europee del 2024, dove si vota col proporzionale e allora sarà “ognun per sé e Dio per tutti”».
Renzi e Calenda sorridono. Fioroni che se ne va dal Pd preannuncia- come spiegano bene il Popolare Giorgio Merlo nel saggio Il Centro dopo il populismo (Marcianum Press) e un convegno di ex Dc la scorsa settimana - i cattolici che fanno l’enensima scissione dal Pd? 
«Non so. È ovvio che questo voto, con un consolidamento della sinistra-sinistra, amplifichi l’area del centro: a bocce ferme si apre un palco importante per Renzi e Calenda. Ma, anche qui: Fioroni, che se n’è andato dal Pd, quanti voti porta con sé? E non è detto che quelli che stavano con Fioroni si spostino tutti verso Azione/Italia Viva».

 

 

 


Tornando al governo: come finirà lo scazzo sui balneari (Meloni/Mattarella contro Lega/Forza Italia). Passerà la Bolkenstein? 
«Il tema è una prova di governo. Quando era all’opposizione la Meloni poteva dire tutti i “no” che voleva. Ma se governi devi saper mantenere le posizioni che ci impongono la Ue e il Pnrr. E, nel contempo, però devi tutelare le famiglie di imprenditori delle spiagge che ti hanno votato, consapevole del fatto che i tuoi alleati remino contro. Credo che, alla fine, si troverà la quadra...».
Lei è un’ottimista. 
«Guardi, il 2023 va letto come un “anno di attesa”, in cui si attendono, con le Europee, equilibri politico-economici che si ricalibrano, e assetti nuovi. Però in alcuni campi, come l’economia, la fiducia resta alta».
Sulla sospensione del Superbonus 110%- cessione del credito e sconto in fattura- gli italiani, in fondo, l’hanno presa bene...
«Sul Superbonus sono d’accordo col governo. Il 66% diffida della misura ed è per bloccarla; di questo il 31% lo ritiene occasione per speculazione e reati, il 25% spreco di denaro pubblico. In generale ritengono che favorisca le illegalità e già di per sé sia un provvedimento che abbia favorito solo il 3% della popolazione. Tra l’altro, non provvede a una riqualificazione completa, come vorrebbe la Ue».
Perché invece avviene il contrario con l’invio di armi all’Ucraina?
«Perché sull’invio delle armi in Ucraina 3 italiani su 4 non crede nella fine della guerra. Solo il 10% è ottimista. E il 48,8% è contro l’invio delle armi, mentre a favore è il 38,3%. Oltre al M5S anche la Lega non è d’accordo al 73%. Mentre Forza Italia e Fratelli d’Italia sono divisi a metà: la Presidente del Consiglio deve in realtà convincere i suoi a non lasciarsi prendere dall’ansia di un conflitto di cui non vedono l’orizzonte».

 

 

 


Come mai Meloni, nonostante tutto (benzinai, Superbonus, Cospito, risse fasciste, balneari, ecc..) sembra ancora in luna di miele con gli italiani?
«Come accennavo, la popolarità e la fiducia nella Meloni rimangono alte al 41,3%, quando il suo governo ha il 39%. La luna di miele prosegue. Ma la luna di miele dal punto di vista temporale può anche variare molto: si va da quella brevissima con Monti (da dicembre a febbraio) a quella di Draghi durata praticamente tutta la legislatura».
Draghi compare ancora nell’azione economica del governo compar ancora in controluce. Avviene anche nei pensieri degli italiani?
«Direi di no. Draghi oramai se lo sono dimenticato. Gli italiani hanno la memoria corta, sono sempre pronti per il nuovo eroe o la nuova eroina...».

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