L'inchiesta sulla pandemia

Covid, il bluff di Speranza sulle mascherine: il messaggio che lo inchioda

Nonostante il governo, l'Iss e il Cts sapessero che sarebbe scoppiato il bubbone sui dispositivi di protezione individuale hanno regalato due tonnellate di mascherine alla Cina. È quanto emerge dall'inchiesta della Procura di Bergamo che ha iscritto nel registro degli indagati, tra gli altri, l'allora premier Giuseppe Conte e il ministro della Salute Roberto Speranza per epidemia colposa. Secondo i pm, riporta il Giornale, il governo "si sarebbe concentrato sul numero di mascherine e dispositivi da acquistare e utilizzare, anche in ospedale, sottovalutando pericolosamente il rischio che non fossero efficaci".

 

 

E spunta nell’informativa un sms che inchioda il ministro. "Speranza si offre a Silvio Brusaferro di fare una norma che possa convertire mascherine 'inadatte alla componente sanitaria'. Eccole, le famose 'mascherine di comunità' acquistate dal commissario all’Emergenza Domenico Arcuri, senza marchio Ce ma sdoganate in sfregio alle leggi grazie a un’interpretazione del Salva Italia e finite nei supermercati e nelle farmacie, oggi al centro di più di un’inchiesta per le commissioni miliardarie che alcuni faccendieri avrebbero intascato".

Quando poi la situazione si aggrava e nell'ospedale di Alzano si usano persino le mascherine dei kit anti-incendio presenti nei reparti, "un preoccupatissimo segretario generale del ministero Giuseppe Ruocco lancia un altro allarme. Inascoltato". Solo il 6 marzo inizia la prima "procedura negoziata per l’acquisto di dispositivi medici per terapia intensiva". "Siamo nel caos", scrive Brusaferro alla funzionaria dell’Oms Benedetta Allegranzi il 25 marzo 2020. "Sono terrorizzato da questa cosa delle mascherine", scrive Speranza commentando la foto delle "mascherine swiffer in dotazione alla Protezione civile che Angelo Borrelli dirà in conferenza stampa di non indossare 'perché non serve'".

 

 

In questo scenario disastroso i medici continuano a morire e i sindacati "sono sul piede di guerra", si legge nei messaggi di Brusaferro e Speranza. Le Ffp2 che tutti vogliono non ci sono "tanto che in molti sono autorizzati a riutilizzarle. Una procedura 'contraria a ogni principio di sicurezza e prevenzione', scrive Andrea Crisanti nella sua relazione". E Speranza afferma: "Decide l’Oms, non i sindacati". Quindi il giorno seguente, "scoperto che quelle mascherine sono sostanzialmente inutili Speranza scrive: 'Non è materiale per personale sanitario. E neanche Dpi. Sarebbe per cittadini comuni quando escono a fare spesa o altro (...) Volendo potrei anche fare una norma sulla materia'".