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Silvio Berlusconi, il bunker anti-atomico ad Arcore

Salvatore Dama
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E ora è caccia alla lista. Quella delle persone che Silvio e Marta hanno intenzione di salvare in caso di conflitto nucleare. Cosa seria: non è come riscrivere l’organigramma di Forza Italia o scegliere gli invitati al matrimonio. È una questione di sopravvivenza, in caso la guerra russo-ucraina degeneri con l’utilizzo delle bombe atomiche. Breve recap per chi si è perso le ultimissime. A Villa San Martino si respira aria di preoccupazione. Marta Fascina starebbe prendendo molto sul serio le minacce arrivate, anche negli ultimi giorni, da Vladimir Putin. Lo riferiva ieri La Stampa. Ed è molto verosimile. Visto che sono le stesse preoccupazioni esternate, in pubblico, da Silvio Berlusconi («Se si umilia Putin, il mondo è a rischio nucleare»).

 

 

 

ALLA RICERCA

Che fare: aspettare che l’onda radioattiva arrivi in Brianza? Manco per niente. La first lady - sempre stando a quello che riporta il quotidiano torinese - si starebbe dando da fare per trovare una casa con il rifugio antiatomico. Qualcosina sul mercato c’è, ma non è di livello adeguato agli standard dell’ex premier. Per esempio, ci sono queste villette a schiera a dieci chilometri da Arcore. Periferia di Monza. Hanno il box, la cantina e il bunker antiatomico. Ma sono dei loculi di due metri per tre. Roba che non potrebbe ospitare neanche Dudù e i Dudini. Un’altra soluzione si troverebbe a Guanzate, Como. Cinquanta chilometri a Nord. Villa con 600 metri di casa e tremila di giardino. Con il rifugio scavato nella terra. E dotato di certificazione svizzera.

Un’altra alternativa è quella di costruire un bunker nella tenuta di Arcore. Lo stanno facendo tutti i russi con la grana, a Mosca se ne vendono trenta a settimana. Ci sono quelli economici - due letti, un bagno, un angolo cottura-, che partono da 28mila sterline. E poi, a salire, quelli con tutti i comfort. In realtà si favoleggia che il Cav sia già in possesso di un ricovero anti-radiazioni. Ma in Sardegna. Villa Certosa, oltre a cinque piscine, talassoterapia, campo da calcio, anfiteatro greco-romano, finto nuraghe e fake vulcano, sarebbe dotata anche di bunker antiatomico sotterraneo. Però, appunto, sta in Sardegna. E in caso di evacuazione rapida (se Putin lancia la bomba, mica ci avvisa), non sarebbe agevole ripararsi dalle radiazioni.

 

 

 

Ma c’è un altro tema che angoscerebbe la coppia: a chi offrire ospitalità in caso succeda l’irreparabile. E qui torniamo alla lista. I familiari, ok. Quelli per forza. Ma gli amici? E i colleghi di partito? Boh. Per esempio non si sa se, in vista dell'Armageddon, dalla lista di Marta siano stati depennati Alessandro Cattaneo e Licia Ronzulli. Visti gli ultimi accadimenti in Forza Italia. Ieri, comunque, la presidente dei senatori azzurri ha voluto chiarire una serie di circostanze. «Non c’è nessuna corrente», ha assicurato negando l’esistenza dei “ronzulliani”. «Sono in questo partito da vent’anni, è ovvio che ci siano persone più o meno vicine, ma umanamente, non certo politicamente».

Insomma la scissione tra i forzisti non è un tema: «Chi conosce la politica sa che solo nell’unità si possono fare le cose, Forza Italia deve restare compatta». Circa gli avvicendamenti decisi da Berlusconi, «possono stupire la tempistica e i un rifugio modi», spiega Ronzulli, ma non ci saranno conseguenze in termini di rottura dei rapporti politici. Getta acqua sul fuoco anche Antonio Tajani: «Forza Italia è il partito di Silvio Berlusconi, c'è un leader. Parlare di scissioni mi sembra un periodo ipotetico della irrealtà», dichiara il ministro degli Affari Esteri e coordinatore azzurro. «Forse la sinistra spera così, ma le correnti non sono mai esistite, la linea politica l'ha sempre data e la darà sempre Berlusconi». E oggi alla Camera si riunirà il gruppo di Fi per procedere all’elezione del nuovo capogruppo: Paolo Barelli prende il posto di Cattaneo.

 

 

 

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