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Giorgetti e Meloni, retroscena sul caos Def: "Sostituire i parlamentari?"

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Alla fine il disastro sul Def è rientrato, almeno parzialmente. Dopo lo scivolone di giovedì, venerdì Camera e Senato hanno approvato la nuova relazione sullo scostamento di bilancio pur con sedute particolarmente movimentate (specialmente a Montecitorio, con il Pd uscito platealmente dall'aula). Ma nel centrodestra restano perplessità, recriminazioni e accuse striscianti. 

Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, a botta calda dopo la prima bocciatura, era stato forse il più duro ("Questi non hanno capito..."). Poi il numero 2 della Lega è anche uno dei primi a cercare di gettare acqua sul fuoco: "Dagli errori si impara, spero in futuro non si ripetano situazioni simili". Un monito per tutti, alleati e leghisti, anche se il dito è puntato soprattutto sulle assenze tra le fila di Forza Italia. In questo senso, anche la premier Giorgia Meloni da Londra, colta di sorpresa più di tutti dalla prima, imprevista bocciatura, invoca calma: non c'è nessun "complotto" dietro, si è trattato solo di "una svista, ma non deve accadere più". Anche perché l'imbarazzo è stato pesante, avendola colta in viaggio politico dal premier britannico Sunak. A rincuorarla, gli ottimi dati sulla ripresa italiana.

I numeri, soprattutto a Palazzo Madama, non sono così larghi da lasciare il governo sereno in ogni circostanza. E il tema delle missioni all'estero che talvolta lascia la maggioranza scoperta e con un vantaggio risicato sulle opposizioni è sul tavolo. Tuttavia, la Meloni è stata chiara: non c'è nessuna intenzione "di sostituire i parlamentari che hanno il doppio incarico (anche da sottosegretario, ndr ), ma bisogna parlare con i capigruppo e garantire che si riesca a fare il doppio lavoro". E al di là delle scuse agli italiani, questo è il vero tema politico da affrontare.

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