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La Russa e la petizione per farlo fuori: "Ma sapete che...", compagni umiliati

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Paola Natali
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La Russa ha accolto ieri in Senato i promotori della petizione per cacciarlo. La delegazione era guidata da Maurizio Acerbo e Giovanni Russo Spena, rappresentanti di Rifondazione comunista e promotori della sottoscrizione avviata due mesi fa per richiedere le dimissioni proprio di La Russa dopo le dichiarazioni sulla strage di via Rasella. Tra i primi ad aderire i partigiani Aldo Tortorella, Gastone Cottino, Arturo Scotto (deputato Pd) e l’ex presidente della Camera, Fausto Bertinotti. Il presidente del Senato, quando era scoppiata la polemica, aveva già risposto alle critiche: «Fatte salve le persone che hanno commentato pretestuosamente e in prevenuta malafede, voglio invece scusarmi con chi anche in forza di resoconti imprecisi abbia comunque trovato motivi di sentirsi offeso».

 

 


La raccolta firme, lanciata da Rifondazione comunista ad inizio aprile, aveva raccolto 104mila firme che ieri sono state consegnate in una chiavetta usb al presidente del Senato La Russa, oggetto della petizione. «Non abbiamo pregiudizi verso la persona», hanno sottolineato i rappresentanti del Prc Maurizio Acerbo e Giovanni Russo Spena una volta accolti a Palazzo Madama. Immediata la replica del presidente del Senato, che neutralizza così i suoi avversari: «L’ultima volta che mi sono presentato con le preferenze ho preso 223mila 986 voti, in un quinto dell’Italia. Per cui ho molto rispetto per i centomila che non mi sono - politicamente - amici, ma ho uguale rispetto per i 223mila, che mi hanno votato solo in un quinto d’Italia. Ecco perché non mi posso dimettere per una quota pari a meno della metà di quelli che solo a Milano mi hanno votato». Il colloquio in Senato è durato mezz’ora. Secondo il segretario nazionale del Prc Acerbo, «le parole di La Russa ci hanno fatto capire che non ha capito il ruolo che ha il presidente del Senato. La raccolta firme non mette in discussione il fatto che lui sia un politico di lungo corso e con un consenso consolidato ma crediamo che, da presidente del Senato, non si possono fare affermazioni offensive verso la Resisten za».

 

 

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