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Sallusti svela il gioco sporco della sinistra: "Girotondi per le poltrone"

di Alessandro Sallusti domenica 30 luglio 2023

 Nanni Moretti

2' di lettura

C’era una voltala sinistra che faceva i girotondi per difendere la Costituzione. Li lanciò all’inizio degli anni Duemila il regista organico Nanni Moretti ed ebbero un discreto successo di pubblico anche se la Costituzione non era per nulla sotto attacco dell’allora governo Berlusconi come sostenevano gli eredi orfani del Pci che ogni volta che perdono le elezioni, capitò anche nel 2001, sostengono che in tal caso la Costituzione non deve ritenere valido l’esito delle elezioni.

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Bizzarra tesi, oggi ribadita dallo stesso Moretti che si rifà vivo dopo un lungo letargo per dire che è uno scandalo la sostituzione del vertice del Centro sperimentale di cinematografia, da anni occupato militarmente da irriducibili esponenti della sinistra. Insomma, dai girotondi per difendere la Costituzione siamo passati ai girotondi per difendere le poltrone e questo dà la misura del decadimento politico e culturale di questi intellettuali ridotti a mendicare poltrone e stipendi che erano convinti di avere a vita per diritto divino in quanto unici detentori di sapere e verità.

Non si danno pace, i Nanni Moretti, che il Paese non è di loro proprietà esclusiva, che esistono al di fuori del loro recinto culture e sensibilità sì diverse ma altrettanto legittime che in democrazia hanno lo stesso diritto di esprimersi e quindi uguale diritto a quello che hanno avuto loro a occupare gli spazi necessari per farlo. Non mollare il posto quando cambia il vento, a maggior ragione se a cambiarlo è stata la maggioranza degli italiani chiamata alle urne, è roba da bambini, quelli che se perdono abbandonano il campo dell’oratorio, si diceva una volta, portando via il pallone.

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È una vecchia storia quella degli “intellettuali organici” tassello fondamentale del marxismo: per conquistare il potere politico, teorizzò Gramsci, è necessario esercitare l’egemonia culturale all’interno della società civile per cui è fondamentale disseminare intellettuali d’area in ogni ganglio dello Stato. In effetti la cosa ha funzionato per decenni, solo che oggi “l’intellettuale organico”, come del resto il suo partito di riferimento, invece che delle masse si occupa della sua poltrona, bene che vada della pettinatura del compagno della prima ministra o delle targhette sui cessi pubblici per non offendere i trans. E quindi se ha perso il posto se la prenda solo con se stesso, a epurarlo non è stata la destra ma la sinistra che non da oggi ha perso il contatto con la realtà.

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