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Monica Cirinnà, la sparata: gay? Ecco qual è il vero problema del Pd

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Monica Cirinnà ha cambiato vita. Senatrice del Pd fino alla scorsa legislatura, il 25 settembre 2022 non ce l’ha fatta ed è rimasta fuori dal Parlamento. Così insieme al marito Esterino Montino, ex sindaco di Fiumicino, si è trasferita dalle parti di Capalbio, iconica località toscana delle ferie radical chic, dove gestisce un’azienda agricola che produce vino, olio, conserve, marmellate - tutto rigorosamente biologico- e dove da poco ha pure aperto un ristorante.

Normale che oggi, fuori dal Palazzo, abbia il giusto disincanto per capire cosa non funzioni nel suo ex partito, il Pd. E la lingua batte dove il dente duole. Ovvero le battaglie Lgbt. Cirinnà, infatti, è la madre della legge sulle unioni civili, un provvedimento di cui fu relatrice e che avrebbe voluto ben più all’avanguardia di quello poi effettivamente licenziato dal Parlamento (si pensi alle adozioni...).

Così come non va dimenticato il suo sostegno ad Alessandro Zan per l’approvazione della contestata legge per il contrasto all’«omotransfobia», né il favore per la “gestazione per altri”. Tutte battaglie per le quali Cirinnà rimpiange non tanto l’opposizione della “destra”, scontata, quanto il «fuoco amico» del Pd. «Un partito divorato dall’invidia», sostiene il marito conversando con Repubblica. Un partito di invidiosi, pavidi e un tantinello omofobi, a leggere le parole che la stessa Cirinnà affida al quotidiano diretto da Maurizio Molinari. L’ex senatrice, infatti, ricorda cosa accadde durante i giorni caldi della discussione parlamentare sulle unioni civili. «Fu difficile superare le resistenze nel Pd. C’era un nostro senatore, Ugo Sposetti (storico tesoriere dei Ds, ndr), che in quei giorni si lamentava ogni giorno con i colleghi: “Ormai ci occupiamo solo di cani e fr***”».

 

Aggiunge ancora il marito Esterino: «Sui diritti civili c’è sempre stata qualche resistenza a sinistra. Il Pci era una Chiesa». Il colloquio con Repubblica ha un altro merito: per la prima volta la coppia torna sulla vicenda dei soldi ritrovati nella cuccia del cane Orso, soldi di cui ancora oggi non è stata accertata l’origine. In una zona periferica della tenuta agricola, due anni fa, furono trovati 24 mila euro, divisi in 48 banconote da 500. «Oggi non andrei più dai carabinieri, brucerei i soldi girando un video come prova», confida Montino.

 

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