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Giovanni Donzelli ferma Renzi: "Entra nel governo? No, li fa saltare"

Hoara Borselli
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Giovanni Donzelli, toscanaccio di 48 anni, gavetta politica nel Fuan, l’organizzazione dei giovani ex missini, poi sempre a destra, gran lavoratore, dicono che sia lui ora a tenere per le briglie il partito da quando Giorgia Meloni è a Palazzo Chigi. Saggio, esperto, ma sempre appassionatissimo e pronto a indignarsi se gli tocchi i principi.

On. Donzelli, il Pd fino a qualche anno fa giudicava una sciocchezza il reddito di cittadinanza. Cito un tweet di Boccia, che oggi è nel cerchio magico della Schlein: «Il reddito di cittadinanza è una grande sciocchezza. Aumenterà solo il lavoro nero. Il tema vero è come creare nuovo lavoro...». È Boccia ma sembra Giorgia Meloni.
«Aveva ragione quando diceva queste cose di buonsenso, non ora che rincorre i grillini. Gli italiani preferiscono sempre l’originale. E questo mostra la differenza sostanziale fra noi e il Pd: noi governiamo portando avanti coerentemente le idee con le quali ci siamo presentati agli elettori, loro cambiano idea in base alle convenienze politiche del momento».

L’ha stupita il fatto che l’opposizione si sia accorta solo ora della riforma del reddito di cittadinanza, che era stata annunciata e poi varata mesi fa?
«La strumentalità dell’opposizione non mi stupisce più. Lo avevamo detto in campagna elettorale, lo abbiamo annunciato appena insediati e lo abbiamo fatto con la manovra approvata alla fine dello scorso anno. Lo avevano capito tutti, anche i percettori. Infatti solo l’annuncio della fine del reddito ha fatto aumentare l’occupazione. Molti nel frattempo si sono alzati dal divano e si sono rimboccati le maniche. Non lasceremo nessuno indietro fra le persone che sono in reale difficoltà».

L’opposizione oggi appare inconsistente. Per voi questa è un’occasione o una palla al piede?
«Sanno solo chiedere le dimissioni ogni giorno di un esponente diverso del centrodestra. Se guardassi al nostro interesse gli direi solo: “Continuate così”. Invece l’Italia avrebbe tanto bisogno di un’opposizione seria, credibile, capace di fare le pulci al governo con proposte alternative. Noi quando eravamo all’opposizione pensavamo sempre al bene dell’Italia. A volte abbiamo votato pure a favore di provvedimenti che ritenevamo utili».

Secondo lei dalla cena al Twiga di Forte dei Marmi è nato qualcosa tra Fdi e i renziani?
«Non credo proprio. Non ho certo simpatie per i renziani, ma credo siano liberi di andare a cena dove vogliono. Al Twiga sono stati visti anche grillini e piddini negli ultimi anni».

Oggi c’è la presentazione del disegno di legge costituzionale per l’elezione diretta del premier. Una riforma che a voi, credo, piace molto?
«Giorgia Meloni sulle riforme ha detto di essere pronta a confrontarsi con tutti. I cittadini hanno il diritto di scegliere direttamente chili governa, alla nostra Nazione servono istituzioni solide e credibili. Dopo aver ascoltato tutti però la maggioranza si prenderà le proprie responsabilità e faremo valutare al Parlamento la nostra proposta».

Ma se Renzi volesse entrare in maggioranza, voi siete pronti ad accoglierlo?
«Non vedo perché: con le elezioni gli italiani si sono espressi in modo netto dando un mandato ad una coalizione di centrodestra, che oggi è solida e più unita che mai. Ma anche lo stesso Renzi non mi sembra intenzionato a entrare in maggioranza. Lui è più abituato a farle saltare le maggioranze che ad entrarci».

Sul reddito di cittadinanza il governo rischia di perdere consensi?
«Avremmo perso consensi se, tradendo le promesse elettorali, avessimo mantenuto il reddito di cittadinanza come lo avevano previsto i grillini.
Una misura che ha portato ingiustizia e sprechi inutili, senza attenuare le condizioni di povertà ed anzi togliendo dignità alle persone. Come abbiamo sempre detto riteniamo che il compito di uno Stato sia creare le condizioni per dare ai cittadini la possibilità di lavorare ed aiutare chi non è nella possibilità di farlo».

E sul salario minimo?
«Il lavoro povero è certamente un problema serio esploso con la sinistra al Governo negli ultimi anni. Noi ce ne faremo carico con soluzioni serie e veloci, a differenza di un’opposizione strumentale che avanza proposte irrealizzabili e dannose: sarebbero i lavoratori a subire per primi le conseguenze di un livellamento del salario stabilito in legge».

Come spiega l’inaspettata caduta del Pil?
«Da quando il governo si è insediato, tutti gli indicatori sono positivi. A partire da quello più importante: la disoccupazione, che è ai minimi da 15 anni. Ed anche il Pil continua ad esserlo. I commentatori di sinistra prevedevano (e auspicavano) i peggiori disastri con l’avvento della destra al governo: oggi possiamo dire che sono stati smentiti clamorosamente. Persino la Borsa e lo spread vanno meglio rispetto a quando governavano loro».

Il viaggio della Meloni a Washington è stato paragonato al famoso viaggio di De Gasperi del ‘47. Davvero è una svolta per la politica estera italiana?
«Non servono paragoni, siamo però sicuramente orgogliosi che grazie a Giorgia Meloni l’Italia sia finalmente al centro dello scacchiere a livello internazionale. In Usa, in Europa, in Africa e in tutto il Mediterraneo allargato. La strategia del piano Mattei è vincente non solo sul piano energetico e di approvigionamento delle materie prime, ma anche per bloccare le navi degli scafisti».

Meloni ha preso il posto di Berlusconi nel cuore dei conservatori italiani?
«Nel cuore degli italiani c’è posto sia per il ricordo di Berlusconi che per il lavoro di oggi di Giorgia Meloni. Ma non ci sediamo sugli allori. Giorgia per prima è una gran lavoratrice che non si è montata la testa. Pensiamo sempre e soltanto al bene degli italiani lavorando a testa bassa con umiltà e determinazione».

Ci spiega una volta per tutte la vicenda dei vitalizi? FDI ha votato a favore come sostiene insistentemente Giuseppe Conte?
«Sui vitalizi Conte ha mentito sapendo di mentire. In consiglio di garanzia Fratelli d’Italia ha votato contro. A votare a favore è stato proprio un parlamentare che era stato eletto con i 5 stelle. Alla Camera è stato approvato ieri l’ordine del giorno presentato dal nostro capogruppo Foti insieme a me, per fermare il vergognoso ripristino. Così eviteremo che gli eletti col Movimento possano, in futuro, magari provare a fare di nuovo la stessa cosa alla Camera».

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