Sfregi e offese

Napolitano, la denuncia di FdI: "La vergogna in questi screenshot"

La vergogna contro Giorgio Napolitano. Sui social, il presidente emerito della Repubblica morto venerdì sera a 98 anni ha raccolto il cordoglio unanime del mondo politico, da destra a sinistra. Eppure, proprio come accaduto a inizio settimana quando si era diffusa la notizia dell'aggravamento irrimediabile delle sue condizioni di salute, non sono mancati sfregi e offese.

"Mi sono arrivati gli screenshot di centinaia di post sui social di gente di ogni estrazione politica che faceva un pararellilsmo tra la scomparsa del presidente Napolitano e l'imminente morte di Matteo Messina Denaro, quasi che fossero uguali - denuncia Alfredo Antoniozzi, vice-capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera -. Bisogna denunciare gli haters e non rassegnarsi in alcun modo che la libertà di espressione e di comunicazione concessa dai social diventi dileggio".

"Giorgio Napolitano - prosegue il deputato meloniano - appartiene alla storia dell'Italia per motivi completamente antitetici a quelli di Messina Denaro. È inaccettabile pensare di poter insultare fino a questo punto una grande figura istituzionale. Era già successo pochi mesi fa con il presidente Berlusconi. L'incapacità di separare la critica politica dall'insulto anche dinanzi alla morte è solo brutale inciviltà". 

Per la cronaca, Fratelli d'Italia ha deciso di rinviare tutte le sue iniziative politiche, compreso l'intervento del premier Giorgia Meloni, previste per domani in concomitanza con l'apertura della Camera ardente al Senato, che sarà allestita da domenica alle 10 alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del Senato Ignazio La Russa. Dalle 11 l'accesso sarà aperto a tutti fino alle 18 e poi dalle 10 alle 16 di lunedì. I funerali "laici" di Stato sono previsti martedì a Montecitorio.

 

Gli insulti a Napolitano sono legati fondamentalmente a quanto accaduto nel 2011, quando il Capo dello Stato fu decisivo nel far dimettere il premier in carica Silvio Berlusconi e mettere a Palazzo Chigi Mario Monti, considerato di maggior garanzia in Europa in un momento potenzialmente drammatico per l'Italia dal punto di vista finanziario, visto l'attacco sul fronte spread. Altre fonti di polemiche e veleni politici l'aver accettato di restare al Quirinale nel 2013, prima volta nella storia della Repubblica. "I partiti lo hanno implorato di accettare per la seconda volta il mandato", ha commentato lo stesso Monti questa mattina alla trasmissione Amici e Nemici - l'informazione della settimana, condotta da Lucia Annunziata e Daniele Bellasio su Radio 24. "Nel 2013 - ha ricordato Monti - i partiti, compresi quelli che guidati da personalità che qualche volta avevano contestato Napolitano, mi riferisco al partito di Silvio Berlusconi, hanno implorato Napolitano di accettare per la seconda volta il mandato presidenziale. Se si fosse trattato di 'golpe' o di manovre oscure...".