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Pd, Boldrini guida la sceneggiata in aula: seduta sospesa

mercoledì 6 dicembre 2023

2' di lettura

Bagarre alla Camera e seduta sospesa. Sul salario minimo a Montecitorio accade di tutto. Il Pd espone cartelli provocatori contro la maggioranza, da Fratelli d'Italia rispondono con accuse durissime. E alla fine il presidente di turno, il meloniano Fabio Rampelli, è costretto a interrompere i lavori. 

Il caos si scatena prima del voto finale sulla legge delega al governo in materia di retribuzione dei lavoratori e di contrattazione collettiva. Martedì Elly Schlein aveva annunciato il ritiro della propria firma, imitata da Giuseppe Conte che aveva pure deciso di strappare platealmente il testo del disegno di legge. Oggi la segretaria del Pd ha ribadito gli attacchi dal governo e da Fratelli d'Italia il deputato Walter Rizzetto, presidente della Commissione Lavoro, ha risposto per le rime. 

"Il vero capo dell'opposizione in questo paese non è il presidente Conte né la segretaria Schlein ma Landini che qualche tempo fa gridava allo scandalo sul salario minimo ma oggi la abbraccia" e, inoltre, "la contrattazione salariale di secondo livello non è la gabbia salariale, studiate, leggete...". "Nessuno ha mai fatto nulla sul tema del lavoro povero, anzi, addirittura l'ineffabile ex ministro Orlando dormiva.... Quello che noi stiamo facendo ora voi non l'avete neanche mai pensata, segretaria Schlein dovrebbe leggerla la delega, faremo in sei mesi quello che voi non avete fatto in dodici anni", ha ribadito Rizzetto. "Collega Scotto dite che vi troveremo ovunque ma in commissione non vi abbiamo trovato". Quindi la battuta fulminante: "Ieri qualcuno ha parlato di sputo in faccia. Devo dire che voi siete i lama della politica italiana perché per oltre dodici anni avete sputato continuamente in faccia non soltanto ai lavoratori, ma anche votando i licenziamenti collettivi. Questa è la sinistra del nostro Paese. Landini è il vostro capo".

Dai banchi delle opposizioni si levano urla, fischi e proteste, mentre dalla maggioranza partono applausi. Dopo la sospensione le urla sono continuate con uno scambio di accuse al grido di "vergogna" e "buffoni". Le opposizioni, guidare da Laura Boldrini e Marco Furfaro, hanno anche esposto i cartelli "salario minimo minimo negato", "non in nostro nome", poi prontamente ritirati dai commessi alla ripresa della seduta che ha dato il via libera al provvedimento. 

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