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Giorgia Meloni, il tris di mistificazioni su Repubblica: contestazione, regalo ai corrotti e Ursula

Andrea Tempestini
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Nuove vette di lirismo paranoico, mistificatorio e complottista sulle pagine di Repubblica. Un tris servito con disinvoltura nell’edizione di ieri. Le immaginifiche narrazioni, ovvio, colpiscono il governo. Si parte dal titolo di apertura in prima pagina, guizzo forcaiolo che straccia la concorrenza dei maestri del Fatto Quotidiano: «Regalo ai corrotti». Il favore al malaffare arriverebbe da Carlo Nordio, che nelle comunicazioni sull’amministrazione giudiziaria alla Camera ha bollato come «obsoleti» alcuni reati contro la Pubblica amministrazione, leggasi l’abuso d’ufficio. Altro presunto regalo, l’aver definito il sequestro dei telefoni «da barbaro Medioevo». E ancora, aggiungeva il Guardasigilli: «Chi sequestra un cellulare sequestra una vita, si mandano cartelle cliniche, radiografie. Se li sequestriamo prendiamo le vite delle persone». Nordio parla della necessita di cambiare - non di abolire tout-court - i parametri europei sulla corruzione, ma l’aspetto scivola in secondo piano.

La rassegna passa a pagina 6, la più sorprendente. Il tema è l’incontro in Emilia Romagna tra Meloni e Von der Leyen, la visita nei luoghi colpiti dall’alluvione dello scorso maggio. Titolo: «Fondi alluvione, Meloni contestata. Ma con Von der Leyen c’è intesa». Sull’intesa ci torniamo a breve, ora ci soffermiamo sulla contestazione. Il punto è: chi l’ha vista? Oddio, ingrandendo le immagini si può scorgere la ventina di “contestatori” che animava il presidio bolognese di Potere al Popolo. Letteralmente quattro gatti, tanto che anche l’insospettabile Antonio Padellaro, commentando la scena in tv, rifletteva su come «la rossa Bologna forse non è più così rossa».Non per Rep, secondo cui il primo elemento da riportare è la contestazione inesistente.

 

Passiamo ora all’«intesa» tra Giorgia e Ursula. Innegabile, anche per Repubblica. E se non la si può negare ecco che l’intesa diventa eccessiva. In un retroscena, Claudio Tito fa sapere che «la sensazione è che il rapporto instaurato» da Ursula con Meloni «sia esclusivamente dovuto alla sua campagna elettorale per ottenere il rinnovo del mandato» a presidente della Commissione Ue. Tutto ciò «sta creando più di un malumore. Soprattutto tra i primi azionisti dell’Unione: Francia e Germania». Ragione per cui, come da titolo del pezzo, «ora il bis di Ursula è in salita». Nella trama si inserisce l’Eliseo, che vorrebbe blindare Charles Michel - presidente del Consiglio Ue dimissionario causa corsa alle Europee - fino al 16 luglio, giorno di insediamento del prossimo Europarlamento. Se così fosse, terrebbe Mario Draghi in corsa per la poltrona su cui oggi siede Ursula e, chissà, potrebbe anche scippargliela. Stando a Rep, in sintesi, monta un complotto contro Von der Leyen per i suoi rapporti cordiali con Meloni: fantapolitica o ossessione che sia, poco cambia.

 

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