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Csm, poltrona alla "rossa" Sciarra grazie alle toghe di destra

Paolo Ferrari
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Se Silvana Sciarra diventerà la nuova presidente della Scuola della magistratura dovrà certamente ringraziare le sette toghe di Magistratura indipendente, la corrente di destra a cui era iscritto Paolo Borsellino, il giudice eroe ucciso dalla mafia nel 1992 a Palermo. Per uno strano scherzo del destino, il futuro lavorativo della ex presidente della Corte costituzionale, voluta a Palazzo della Consulta nel 2014 dal Partito democratico, dipende infatti da cosa decideranno di fare i sette togati del Csm, due pm e cinque giudici, di Magistratura indipendente, che ad oggi hanno scelto l’astensione. 

I voti necessari sono diciassette e Sciarra al momento al Csm può fare affidamento solo su sedici. Per lei voteranno compatti dodici magistrati: i sette dei gruppi di sinistra, i quattro di Unicost, la corrente di centro, e l'indipendente Roberto Fontana. Ai voti dei consiglieri togati si dovranno aggiungere poi quelli di due laici, il dem Roberto Romboli ed il pentastellato Michele Papa. Per la Sciarra, infine, voteranno anche il presidente della Cassazione Margherita Cassano e il procuratore generale Luigi Salvato. Il togato indipendente Andrea Mirenda e il laico di Italia viva Ernesto Carbone dovrebbero astenersi.

 

 

Ecco quindi che i voti dei togati di Mi saranno determinanti per mandare o meno Sciarra a gestire la formazione e l’aggiornamento dei magistrati italiani. Già professoressa di diritto del lavoro, aveva presentato domanda perla Scuola della magistratura la scorsa estate, mentre era ancora in carica alla Consulta. Un “caduta” di stile che era stata stigmatizza da parte del centro destra che non ne ha mai particolarmente apprezzato le esternazioni sui migranti e sui nuovi diritti. L’orientamento culturale della Sciarra, di chiaro stampo progressista, non potrebbe non “condizionare” la scelta dei programmi e dei docenti dei futuri magistrati.

 


La nomina della Sciarra, oltre quindi a perpetuare il controllo della sinistra sulla formazione delle toghe, farà poi diventare sempre di più la Scuola della magistratura il “dopolavoro” degli ex presidenti della Corte costituzionale, ovviamente vicini al Partito democratico o alle correnti di sinistra della magistratura. Attualmente il presidente della Scuola superiore è Giorgio Lattanzi, ex magistrato iscritto quando era in servizio al gruppo progressista Movimento per la giustizia di Armando Spataro. Prima di lui l'incarico era stato ricoperto dal collega Gaetano Silvestri, professore siciliano eletto alla Consulta in quota Pd e adesso scatenato contro la riforma del Premierato voluta da Giorgia Meloni. E prima ancora era stato il turno di Valerio Onida, ideologo per eccellenza dell’anti berlusconismo degli anni ’90 e dei primi anni Duemila. Morto lo scorso anno, Onida è stato vicinissimo all’Ulivo di Romano Prodi e poi al Pd da cui si era allontanato sbattendo la porta quando Matteo Renzi venne eletto segretario. Onida sarà poi fra coloro che si schierarono con decisione per il No al referendum renziano del 2016.

 

 

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