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Ilaria Salis, Donzelli smonta le balle della sinistra: "Prima Tajani, poi la telefonata di Meloni"

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Il caso di Ilaria Salis è stato ampiamente cavalcato dalla sinistra. Con la diffusione delle immagini della prima udienza che hanno mostrato la 39enne di Monza accusata da Budapest legata mani e piedi e incatenata, Pd e compagni hanno puntato il dito contro Giorgia Meloni. E, più in particolare, contro i suoi rapporti con il premier ungherese Viktor Orbán. A riportare le opposizioni alla realtà ci ha però pensato Giovanni Donzelli. Ospite di È sempre Cartabianca nella puntata di lunedì 30 gennaio su Rete 4, l'esponente di Fratelli d'Italia parte da una premessa: "In ciascuna nazione c'è indipendenza del sistema giudiziario, non è una scelta politica, è giusto nel rispetto della sovranità delle altre nazioni chiedere che ci sia il rispetto dei diritti umani, da questo punto di vista quella immagine non piace a nessuno, non può piacere".

Eppure, ha precisato nel salotto di Bianca Berlinguer, "il governo si è mosso con determinazione, le parole del ministro Tajani sono molto nette, Meloni ha anche avuto una interlocuzione con Orban". D'altronde, "ci sono tanti italiani incarcerati all'estero, non dobbiamo pensare esistano di serie a e b, esistono i diritti umani che devono essere garantiti", gli italiani nelle carceri estere "dobbiamo tutelarli a prescindere da colpevolezza o innocenza, lo Stato italiano deve stare vicino". 

 

 

Per l'insegnata accusata dall'Ungheria di aver aggredito due manifestanti di estrema destra, l'esecutivo dunque non è rimasto a guardare. Il presidente del Consiglio ha infatti contattato l'omologo ungherese attraverso una telefonata. Ma non solo, perché stando a fonti di governo Meloni ha avuto un contatto diretto con Orbán in primo luogo in vista del Consiglio europeo. "Se ne facciamo un caso fra capi di governo diventa un autogol - hanno precisato le fonti - la destra ungherese potrebbe montarci una campagna sopra, cosa che non converrebbe in primo luogo alla ragazza italiana sotto indagine, e anche questa è una cosa che non capiscono le opposizioni". Insomma, il ragionamento è chiaro e tutto l'esecutivo si muove per risolvere la questione. La differenza con la sinistra? Meloni preferisce farlo in silenzio.

 

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