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Vincenzo De Luca, "l'incognita" sul faccia a faccia Meloni-Schlein

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Un "governo-Badoglio", rincara la dose oggi Vincenzo De Luca dopo aver dato della "str***za" alla premier Giorgia Meloni in un video che ha fatto il giro del web. 

Il governatore della Campania, nel silenzio del suo partito, il Pd, e di tutta la sinistra che non ha detto una parola per condannare l'assalto verbale al premier, dopo aver guidato i sindaci fino a Palazzo Chigi, fino allo scontro con le forze dell'ordine, anziché scusarsi torna a picchiare duro contro l'esecutivo: "Ieri sono scappati tutti". E ancora: "Non decide la Meloni come e quando manifestare".

 

 

 

In questo quadro, come sottolinea anche Il Secolo d'Italia, rischia di incrinarsi anche il rapporto personale tra Meloni e la segretaria del Pd Elly Schlein. Quest'ultima non ha osato richiamare all'ordine De Luca, bruciandosi quella autorevolezza guadagnata, agli occhi della leader di Fratelli d'Italia, con le posizioni dialoganti messe in mostra in Parlamento, per esempio, sulla mozione sul cessate il fuoco a Gaza.

Un effetto collaterale della "sceneggiata" del governatore campano potrebbe dunque essere un rallentamento delle trattative per il faccia a faccia in tv Meloni-Schlein, previsto nelle prossime settimane ma ancora da definire sia nella data sia nel luogo (Rai 1 e Bruno Vespa favoriti). Rapporti cordiali, si diceva, che i commenti di diversi esponenti di spicco di Fratelli d'Italia nelle ultime ore indirettamente sembrano incrinare.

 

 

 

"Gli insulti di De Luca al presidente Meloni sono spazzatura. Il Pd ha tutto l'interesse non solo a prendere distanze, ma a chiedere le dimissioni del presidente della Campania - ha accusato Tommaso Foti, capogruppo di FdI all Camera che De Luca pare avere intenzione di querelare -. Non è accettabile che nel dibattito politico si vada ad insultare gratuitamente le persone". "De Luca si sente il nuovo Masaniello, ma è solo un cafone", incalza anche Wanda Ferro, sottosegretaria meloniana agli Interni. "Immaginate cosa sarebbe successo a parti invertite: se un politico di destra avesse insultato un esponente della sinistra con gli stessi termini utilizzati da De Luca. Sarebbe scattato l'allarme rosso per il ritorno del più becero e rozzo squadrismo, le ombre nere del fascismo, la democrazia in pericolo, il vilipendio delle istituzioni, lo scandalo della comunità internazionale. Al contrario, l'insulto alla destra da parte è sempre concesso, giustificato, contestualizzato. Non lo accettiamo".

Interrogativi che planano, pesantissimi, direttamente sulla scrivania della Schlein. Per diventare la vera leader dell'opposizione, dovrà fornire una risposta adeguata. Che per ora non è arrivata. 

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