Ursula von der Leyen, il piano per restare al potere: spaccare i conservatori
Con la certezza che sarà lei lo spitzenkandidaten dei Popolari europei - ieri infatti sono scaduti i termini e nessun altro pretendente si è fatto avanti - Ursula Von der Leyen ha subito fissato i paletti della sua candidatura. «Lavoro con i partiti pro-Ue, pro-Nato, pro-Ucraina» ha detto durante una conferenza stampa tenuta insieme al leader del gruppo e conterraneo Manfred Weber, «lavoro con coloro che chiaramente supportano i valori dell’Ue, con chi difende la democrazia, con chi difende i nostri valori nei confronti degli amici di Putin», ha aggiunto dando un’indicazione precisa sui possibili alleati. Il riferimento ovviamente è ai gruppi di destra con i quali il Ppe sta tendendo dei sondaggi preliminari, quello dei Conservatori europei (Ecr) guidato da Giorgia Meloni, e quello di Identità e Democrazia (ID) con la Lega di Matteo Salvini e Rassemblement National di Marine Le Pen, dati in grande ascesa alle prossime elezioni.
Al primo annuncio di lunedì la Von der Leyen aveva peraltro già escluso a priori possibili alleanze con la Le Pen e Wilders, mentre il discorso di ieri ha confermato che un accordo con alcuni elementi dei Conservatori è ben accetto, a patto che rientrino in quel campo delimitato dalla difesa dei valori. La presidente del Consiglio italiano è ovviamente la candidata numero uno di questa lista, forte della sua posizione pro Ucraina e del buon rapporto intessuto in questi anni con la stessa Von der Leyen. Quest’ultima ha precisato di non sapere come sarà formato il gruppo dei Conservatori dopo le elezioni ma ha suggerito la possibilità che alcuni partiti ne fuoriescano per unirsi al Ppe.
"Mi ricandido presidente". E Ursula Von der Leyen manda la sinistra in tilt
La questione l’ha spiegata poi più dettagliatamente Weber parlando di una »lotta piuttosto interessante» in Ecr tra «gli amici di Putin» e quelli «che hanno giurato contro Putin». Il numero uno del Ppe, che non nasconde quindi l’obiettivo di voler dividere e disinnescare la grande avanzata dei gruppi di destra, ha garantito che «i partiti populisti svedesi e quelli finlandesi hanno già affermato che non vogliono stare nello stesso campo del premier ungherese Viktor Orban». La risposta della destra tuttavia non si è fatta attendere. Carlo Fidanza, capo delegazione al Parlamento Europeo di Fratelli d’Italia, ha consigliato al Ppe «di iniziare questa campagna elettorale con un bagno di umiltà chiedendo scusa a decine di milioni di elettori europei di centrodestra per aver utilizzato i loro voti per imporre loro politiche fortemente orientate a sinistra, a partire dalla follia denominata Green Deal».
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