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Piano Mattei, accordo storico in Egitto. Ma la sinistra non capisce

Pietro Senaldi
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Quelli che sono indignati se Giorgia Meloni va in Egitto, perché Al Sisi è un dittatore; e quelli che ritengono gravissimo che ad accompagnare il nostro premier ci sia Ursula von der Leyen, presidente uscente, e nelle sue speranze rientrante, della Commissione Ue. Dove stanno? A sinistra. Cosa vogliono? Non lo sanno neppure loro, o quantomeno non possono spiegarlo. In Egitto le due signore d’Europa si recano, pare con una borsa da cinque miliardi di euro della Ue, per convincere il faraone al potere, alle prese con nove milioni di profughi dal Sudan e con un milione e mezzo di palestinesi in fuga che preme dal Sinai a tenere sotto controllo l’immigrazione clandestina. L’obiettivo italiano è anche rinsaldare e ampliare l’accordo per lo sfruttamento di gas e materie prime in un Paese dove l’Eni ha forti interessi e che ci è indispensabile per l’approvvigionamento energetico, da che abbiamo tagliato i rapporti commerciali con Putin, causa guerra.

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