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Bari e quel legame con Concorsopoli: il retroscena sull'inchiesta

di Francesco Storace martedì 26 marzo 2024

Chiara Colosimo

3' di lettura

A Bari si potrebbe riscrivere un pezzo importante di storia purulenta della Regione Lazio al tempo di Nicola Zingaretti. Circolano carte che mettono assieme esperti in concorsi in modalità illecite nel capoluogo pugliese al centro dell’affaire Emiliano-De Caro con quanto accadde tempo fa con la concorsopoli del Lazio ad Allumiere, e che costò se non altro la carriera ad un pezzo grosso dell’amministrazione regionale di allora, Mauro Buschini del Pd, costretto a lasciare la presidenza del consiglio alla Pisana.

Un link segnalato dagli investigatori farebbe riferimento – il condizionale è sempre d’obbligo in questi casi – allo Studio Staff srl di Roma. Una società che allora passò alle cronache per l’organizzazione della concorsopoli laziale e che ora si ritrova in quelle dell’azienda di trasporto barese, sempre per assunzioni dietro interessamento delle solite cosche politiche. Nel Lazio a prevalere furono gli uomini del Pd, difficile che si tratti di altri nello scandalo pugliese. Particolare da non sottovalutare: la vicenda che lambì la regione Lazio fu affossata dal Pd regionale nonostante il grande lavoro dell’allora consigliera Chiara Colosimo (FdI). Oggi, lei è ascesa al vertice della commissione antimafia e stavolta sarà difficile scampare alle sue attenzioni.

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A stimolarne l’intervento, un’altra, attuale consigliera della Regione Lazio, Laura Corrotti, collega di partito della Colosimo: «La stessa azienda interinale al centro dello scandalo concorsopoli di Allumiere, che ha scosso l’intera Regione durante la giunta Zingaretti, sembrerebbe finita ora anche nelle carte del tribunale di Bari per una analoga vicenda. Sono certa che la commissione parlamentare antimafia farà luce su una situazione che nasconde un vero e proprio sistema: assunzioni come strumento di potere elettorale». E se tutto questo dovesse corrispondere a realtà, sarà difficile far finire tutto a tarallucci e vino come pretese di fare allora il Pd, affossando il lavoro della commissione d’inchiesta che fu istituita.
Perché è proprio da Bari – e lo riferisce con dovizia di particolari il sito Etruria news – che la carte dell’inchiesta sembrano svelare ciò che stava sottotraccia. Spunta proprio la società accusata di aver organizzato concorsi truccati. Nel mirino torna proprio la Studio Staff, la stessa che ha organizzato la Concorsopoli della Tolfa. E non a caso la presidente dell’antimafia ha chiesto le carte per la valutazioni del caso. È stato un servizio del Tg1 a riaccendere i riflettori sulla vicenda.

A parlare è stato l’ex presidente dell’azienda di trasporto barese AMTAB, Antonio Di Matteo, che ha detto: «Sapevamo che per lavorare per le agenzie interinali bisognava che ci fosse dietro un politico, un dipendente dell’Azienda o anche un mafioso». Il Tg1 parla di «assunzioni come strumento di consenso elettorale o espressione di potere mafioso». Ad imporre le assunzioni all’AMTAB di Bari sarebbe stato il «clan Parisi». I Parisi avevano contatti con un’agenzia di Roma che ha organizzato il concorso per autisti, truccando le prove. L’agenzia è la Studio Staff RU srl, nota alle cronache laziali per aver organizzato la Concorsopoli di Allumiere. Il cerchio rischia di chiudersi in maniera clamorosa. Certo, è presto per imbastire un processo a mezzo stampa. Ma restano inquietanti alcune coincidenze che vanno al più presto verificate. Se si è brigato sul lavoro di chi non ce l’ha, si è creata una montagna di illusione con un’operazione – se confermata – di portata criminale.

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