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Renzi-Bonino, patto per fregare Calenda: l'ultima mossa in vista delle Europee

Elisa Calessi
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Il conto alla rovescia è iniziato e i puzzle, lentamente, si compongono. E così se in quel che resta del Terzo polo si va verso l’accordo tra Italia Viva e Più Europa, lasciando fuori Azione, nel Pd si sistemano le tessere (ci saranno donne civiche come capolista, al Sud sarà Lucia Annunziata e Antonio Decaro secondo subito di lei). Ma ancora siamo all’inizio. Molte tessere, infatti, potrebbero cambiare di posto nei prossimi giorni.

Un punto certo sembra l’accordo tra +Europa e Italia Viva per una lista di scopo che dovrebbe far riferimento proprio agli Stati Uniti d’Europa, come aveva suggerito Emma Bonino. E proprio l’ex commissaria Ue e ministra potrebbe guidare la lista almeno in una delle circoscrizioni. Nei prossimi giorni Matteo Renzi deciderà se candidarsi lo stesso, a questo punto non in tutte le circoscrizioni, ma solo in alcune, o se lasciare il posto ovunque a Bonino.

 

 

 

LO SCHIAFFO DI BOSCHI

Ieri, intanto, è stato convocato un tavolo sul programma che ha registrato, secondo i presenti, «grande sintonia sui temi e sui programmi». Oggi ci sarà un incontro fra i leader delle forze coinvolte nel progetto. Oltre a Più Europa e a Iv, infatti, faranno parte della lista anche i Libdem di Andrea Marcucci, i Radicali, il Psi, Volt. Alla riunione di ieri Federico Pizzarotti avrebbe richiamato alla necessità di coinvolgere anche Azione nel progetto. Ma Carlo Calenda, anche ieri, ha ribadito il suo no: «Noi siamo molto aperti ad accogliere altre formazioni che si riconoscono nel liberalismo, nel repubblicanesimo. A +Europa ho detto più volte che siamo disponibili, ma ci vuole una coerenza. Quello che non possiamo fare è una operazione che include Renzi, Cuffaro, Cesaro. Perché gli italiani dovrebbero votare una accozzaglia che ha tutto dentro?».

Parole a cui Maria Elena Boschi ha replicato così: «Prendiamo atto dell’ennesima dichiarazione di Carlo Calenda che insiste nel dire no a una operazione politica di grande livello come quella alla quale stiamo lavorando. Alla fine di questa consultazione elettorale noi conteremo i voti, a Calenda resteranno i veti».

Anche nel Pd le tessere del puzzle cominciano a prendere posto. Ieri si è riunita la segreteria che ha cominciato a definire il quadro della candidature. «Tutti i componenti della segreteria del Partito democratico hanno chiesto a Elly Schlein di candidarsi alle prossime elezioni Europee», hanno riferito fonti dem al termine della riunione al Nazareno. Le formule proposte sono state diverse. La leader ne ha preso atto e ci ragionerà. «Ci sto riflettendo, non ci sono ancora novità, nella segreteria abbiamo discusso anche di questa ipotesi, ma io prima voglio chiudere la squadra. In un partito che non è personale ma è plurale la prima cosa è la squadra».

Prima di esprimersi, in ogni caso, vuole definire il quadro generale. I nomi in campo sono noti: Emanuele Fiano, Giorgio Gori, Pierfrancesco Maran al Nord Ovest con Cecilia Strada come capolista. Annalisa Corrado (capolista) e Alessandro Zan nella circoscrizione Nord Est, così come Stefano Bonaccini e Alessandra Moretti. Al Centro Nicola Zingaretti, Dario Nardella, Matteo Ricci, Alessia Morani e la fedelissima della segretaria Camilla Laureti (che dovrebbe essere capolista). Al Sud, invece, a guidare la lista dovrebbe essere Annunziata, seguita da Decaro.

 

 

 

TRATTATIVE APERTE

Tutto bene? Non proprio. «Il confronto in segreteria», facevano sapere fonti della minoranza, «è stato franco e costruttivo, tuttavia è ancora aperto. Sono state espresse delle preoccupazioni in merito alle candidature civiche come capolista che penalizzerebbero la classe dirigente del Pd. Riguardo la candidatura di Schlein, sono state espresse perplessità in merito alla posizione che occuperebbe in lista, che rischierebbe di penalizzare le candidature femminili».

È stata confermata, infatti, l’ipotesi che la segretaria si candidi terza (tranne che nelle Isole), cosa che, sommata alle candidate civiche capoliste e tenuto conto dell’alternanza di genere nelle preferenze, renderebbe molto difficile l’elezione di altre donne.

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