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Baby Gang? Aboubakar Soumahoro va a trovare il "maranza" in carcere

Alessandro Gonzato
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Soumahoro imbarca l’italo-marocchino “Baby Gang” nel suo nuovo partito? Non c’è l’ufficialità - come si dice durante il calciomercato - ma chissà. Il mitologico Aboubakar ha appena lanciato “Italia Plurale” - ufficialmente un’associazione contro «l’islamofobia» e l’«onda nera» intesa come le camicie - e ieri il deputato è andato nel carcere di Busto Arsizio (nel Varesotto) per incontrare il rapper condannato in primo grado a 4 anni e 10 mesi per rapina e a 5 anni e 2 mesi per una sparatoria nell’estate 2022.

“Baby Gang”, pseudonimo di Zaccaria Mouhib, è l’idolo dei “maranza”, i bulletti di seconda generazione tutto risse e bighellonaggio. Il parlamentare ivoriano ha diffuso un comunicato per rendere note le lagnanze del cantante. Eccole: «Ho iniziato uno Soumah sciopero della fame perché sembra di vivere nel ‘700. Sciopero per le condizioni di vita dei detenuti. La mia infanzia», continua il rapper, «è stata risucchiata in un sistema ingiusto. La libertà di espressione va tutelata. Grazie per la tua visita», aggiunge rivolgendosi all’amico, chissà se leader politico.

Ora parla Soumahoro: «Questo carcere, oltre a gravi problemi strutturali, è tra le strutture più sovraffollate. Su una capienza di 240 posti», ha sottolineato Aboubakar, «ci sono 431 detenuti di cui oltre la metà di oro (LaP) origine straniera. C’è anche una carenza di personale. Come afferma la nostra Costituzione», conclude il parlamentare del Gruppo Misto, «la pena detentiva dovrebbe avere come principale obiettivo reintegrare i giovani nella società e non spingerli nella profondità dell’esclusione sociale.

 

Questo rischia di essere un fallimento del nostro sistema». Rischia però di essere un successone per l’ Italia Plurale di Soumahoro. Vuoi mettere alle prossime elezioni, qualora l’amico cantante risolvesse i problemi con la giustizia, mettere in lista l’autore di “Delinquente” e “Innocente? Baby Gang fino a fine aprile era agli arresti domiciliari, misura che avrebbe violato per avere pubblicato su Instagram alcune foto del lancio dell’“Angelo del Male”, altro album. Negli scatti, in cui il rapper ostentava il braccialetto elettronico, c’erano anche una pistola e dei pacchi di droga, questi finti. Secondo i giudici questa violazione, in aggiunta ai presunti rapporti tenuti durante i domiciliari con un numero indeterminato di soggetti, sarebbe stato grave e indicativo del pericolo concreto di reiterazione dei reati che gli sono contestati. Vedremo se l’Italia Plurale di Soumahoro farà proseliti.

 

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