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Giorgia Meloni? "Str***", "pesciarola", "nazista", "bast***": i cento insulti incassati dal premier

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Alessandro Gonzato
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Una raffica di insulti. Ma sono insulti democratici, si capisce. La «stronza» di Vincenzo De Luca nei confronti di Giorgia Meloni fa parte di una lunga sequenza di offese alla premier a cui invero contribuiscono più i giornalisti di sinistra che i politici. Giornalisti democratici, anche loro. I politici però – sarà deformazione professionale – ci provano comunque a primeggiare, e di recente ci ha provato il governatore campano a scalare il “Pdi”, il Partito dell’insulto, solo che la premier martedì l’ha gelato andandogli incontro, stringendogli la mano e dicendogli: «Presidente De Luca, (sono) la stronza della Meloni. Come sta?». Lui, solitamente più loquace di un grillino che in tivù vuol far sapere a tutti che non sa cosa dire, è riuscito a balbettare un «benvenuta... bene di salute». 

La riprova che il democratico De Luca ha accusato il colpo si è avuta ieri, quando gli è venuta un’idea su come replicare, con un giorno di ritardo: «Non ho sentito le cose dette dalla premier, ho sentito solo quando si è avvicinata a me per dire “presidente come sta?”, e infatti ho risposto: “Sto bene, in salute” e “Benvenuta”. Ho appreso poi nel pomeriggio dai social della performance che era cominciata qualche metro prima. In ogni caso», ecco che il governatore cerca vanamente la verve perduta, «ho visto che la Meloni ci ha tenuto a comunicare la sua nuova e vera identità, e noi non possiamo che concordare, ovviamente». Che delusione! De Luca ci ha abituato a ben altre vette. La conferma che stavolta l’umorismo è davvero scarso arriva da Giuseppe Conte, il quale ha provato a rilanciare: «Posso fare una battuta? Al posto di De Luca avrei detto “l’ho riconosciuta”». Dai Giuseppi, provaci ancora!

 

BAVA ALLA BOCCA
Dicevamo dei giornalisti: al circolo degli umoristi per mancanza di humor si è unito il canuto e arruffatissimo Riccardo Barenghi, che su La Stampa si firma “Jena”, ma di ridens c’è poco: «“Sono quella stronza della Meloni”, finalmente qualcuno che dice le cose come stanno». Alla Jena riconosciamo comunque l’impegno, non come a Roberto Saviano, l’oracolo di Spaccanapoli e non solo, il quale a dicembre 2020 in una puntata di “Piazzapulita”, su La7, aveva dato della «bastarda» all’allora parlamentare di Fdi. Saviano tre anni dopo è stato condannato per diffamazione, e lui ha sbraitato perché in quanto «scrittore» pretendeva di poter insultare chi voleva in base alla «libertà di parola».

Parole in libertà invece quelle di Andrea Scanzi, che alla Meloni – tra le altre cose – tempo fa aveva dato della pescivendola. «Mi chiamano “pesciarola”», aveva replicato la futura presidente del Consiglio, «dimostrando ancora una volta quanto siano distanti dalla gente comune, quanto la schifino». La Meloni, in un video con una cassetta di pesce davanti, aveva continuato: «Invece a me, che sono persona di popolo, “pesciarola” non dà affatto fastidio.

Una cosa ai compagni la voglio dire: c’è gente che fa un lavoro nobile, come vendere il pesce, e chine fa uno ignobile, come comprare le persone in parlamento», ma qui non si riferiva a Scanzi, va detto. «Voi potete dire che io faccio parte della prima categoria, ma sicuramente voi fate parte della seconda».

“Giorgia regina di Coattonia” è opera di Repubblica, probabilmente di Francesco Merlo ma non vorremmo attribuirgli allori altrui. “Borgatara” l’hanno usato un po’ tutti tra Pd e 5Stelle.

Idem per “fruttivendola”, eddai, compagni, si può dare di più. Ben più pesante il rapper foggiano Gennarone, ragazzone che ha dato prova del suo insuccesso balzando con poca agilità alle cronache per aver apostrofato la premier con un «bocchinara». Una prece. A confronto lo scrittore Sandro Veronesi è stato un signore: «Vigliacca e traditrice, te e tua sorella».

 

LA RISPOSTA A ELLY
E ancora, «Fascista» e «nazista» li hanno usati in tanti, ma ricordiamo il cantante dei Placebo, Brian Molko. Torniamo al presidente campano. In serata, su Corriere.it, la premier ha commentato: «In quello che è accaduto c’è anche una questione femminile.

Qual è il messaggio di De Luca: che le donne si possono insultare perché sono deboli? Sai chi è debole? I bulli sono deboli, perché come si è visto sono bravi a fare i gradassi dietro le spalle, ma quando li affronti non lo fanno più. È finito il tempo in cui le donne devono subire. Mi aspetto di sentire prima o poi anche una parola delle femministe.

A febbraio chiesi a Elly Schlein di commentare le parole di De Luca, ma non ebbe il coraggio». Elly, forse, aveva finito i giga.

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