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Cosa unisce la liberazione di Noa e il voto di oggi: non lasciamo l'Europa alla sinistra

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L’abbraccio con il padre, la gioia di Noa Argamani, la ragazza israeliana liberata dagli artigli dei terroristi di Hamas, ci ricorda che le democrazie sono nate per affermare la libertà e difenderla. Il nemico ha un volto, non è fiction. Gli israeliani, gli ucraini, i dissidenti iraniani e russi, sanno per cosa combattono: per la parola e il movimento, il conoscere e l’incontrarsi, il benessere e la sicurezza nello spazio vitale della propria comunità.

E noi di cosa siamo consapevoli? La generazione che ha vissuto la nascita della Repubblica Italiana è una testimonianza remota, le famiglie che hanno dato vita al boom economico sono il passato, la guerra è il mondo dei libri di storia, gli Annidi piombo e l’attacco al cuore dello Stato da parte delle Brigate Rosse sono stati rimossi dalla memoria. Ottanta anni dopo lo sbarco in Normandia, si combatte in Europa, in Medio Oriente, nel Mar Rosso. Molti commentatori affermano che non si è parlato di politica europea, ma in realtà dicono quello che fa loro comodo per sostenere i loro lamenti da geni incompresi, eterne maschere che recitano sulla Terrazza di Ettore Scola.

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