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Laura Boldrini alla Camera difende le borseggiatrici rom: "Lega, norma razzista"

Michele Zaccardi
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Ci mancava la difesa delle borseggiatrici. Laura Boldrini si scaglia contro l’emendamento presentato dalla Lega al disegno di legge Sicurezza. E per attaccarlo sfodera l’accusa di razzismo. Il provvedimento punta a rendere non obbligatorio il rinvio della pena per le detenute incinte o con figli con meno di dodici mesi (che comunque verrebbero ospitate in strutture adeguate). In altre parole, nessun automatismo: sarà il giudice a valutare di volta in volta. Una misura pensata per arginare il fenomeno delle future mamme o delle neo-mamme che commettono reati avendo con la certezza dell’impunità garantita dall’avere dei figli. Ma per la Boldrini questa norma è razzista. Già, proprio così. «Trovo terrificante rimuovere l’obbligo di differire la pena detentiva per le donne in gravidanza o che hanno bimbi piccoli.

Rappresenta un arretramento molto preoccupante per la cultura giuridica del nostro Paese» ha detto la deputata dem e Presidente del Comitato permanente sui diritti umani nel mondo della Camera in un’intervista a Fanpage. Una norma dunque «razzista, pensata per punire soprattutto le donne rom, che rappresentano la maggioranza delle detenute madri». Insomma: commettono reati ma non devono scontare nessuna pena, è il ragionamento della Boldrini. Che aggiunge: «È un emendamento che vuole punire specificatamente quella minoranza. È inquietante concepire una norma ad hoc per colpire una specifica comunità».

Poi la deputata dem si lancia in un’analisi più ampia della situazione politica. «Forza Italia» spiega sempre a Fanpage, «giustamente non ha ritenuto questo emendamento votabile, ma non è il solo tema su cui la maggioranza si è spaccata». Ed ecco che la Boldrini si lancia in un lungo elenco di questioni su cui, a suo dire, il centrodestra è diviso. Segnali inequivocabili, sostiene, del fatto che Giorgia Meloni fatica a tenere insieme la maggioranza. «Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno votato contro gli emendamenti della Lega alla legge che vuole rendere la maternità surrogata reato universale e per cui il Carroccio voleva ulteriormente inasprire le pene fino a 10 anni per chi vi accede all’estero» spiega. «Anche sui balneari non la pensano allo stesso modo» prosegue Boldrini, ricordando subito dopo quanto sta avvenendo in questi giorni a Bruxelles. «Al Parlamento europeo i tre partiti si sono divisi con Forza Italia in maggioranza e Meloni e Salvini fuori, ma su fronti diversi». La conclusione? Semplice: «Questo è un chiaro sintomo del fatto che Meloni è in difficoltà a tenere insieme la sua maggioranza». Sarà. Boldrini poi decide di attaccare la destra sull’utero in affitto, definito «un altro insensato obbrobrio giuridico, una bandierina ideologica sulla pelle delle persone».

 

«Ci sono molti Paesi, come il Canada, gli Stati Uniti, la Grecia, la Gran Bretagna, il Portogallo» sottolinea la deputata del Pd, «dove la maternità surrogata è regolata e legale. Come si fa a farne un reato universale?». Per l’ex presidente della Camera «è un’assurdità totale: i reati universali sono quelli considerati riprovevoli da tutta la comunità internazionale, come ad esempio la pedofilia, i crimini di guerra, i crimini contro l’umanità. Rendere la maternità surrogata un reato universale vuol dire fare solo propaganda ai danni di tante famiglie, sia eterosessuali che omogenitoriali le cui storie andrebbero quanto meno ascoltate».

 

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