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Brugnaro indagato: "Ho la coscienza pulita, farò la mia Via Crucis"

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"Da parte mia so che ho la coscienza pulitissima, e lo dimostrerò nelle aule di giustizia, nelle sedi opportune": il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro lo ha detto in apertura della seduta del Consiglio della Città metropolitana, riferendosi all'inchiesta della procura di Venezia che lo vede tra gli indagati. "Non pensavo di dover avere queste amarezze, per una persona onesta è un colpo che non auguro a nessuno".

Parlando in parte in dialetto veneziano, poi, ha aggiunto: "Oggi andrò al ponte votivo" per il Redentore e "farò la mia Via Crucis. Speriamo che non mi mettano in croce". E ancora: "Resterà nella storia il modo in cui l'opposizione mi sta trattando senza avere un briciolo di nulla. Hanno già deciso che dovrei dimettermi. Questa è gente che grida 'Barabba Barabba'. Mi spiace per i miei amici e per la gente che si fida di me: continuate a fidarvi perché sono una persona onesta".

 

 

 

Sempre al Consiglio il primo cittadino ha aggiunto: "Dimostrerò nelle aule di giustizia di essere un galantuomo. Non posso rispondere oggi a domande inerenti l'inchiesta, per rispetto della magistratura e degli altri indagati, che hanno diritto a difendersi in processo con le loro argomentazioni". Poi ha confermato che affronterà i riflessi dell'inchiesta sul piano amministrativo e politico - non giudiziario - nel consiglio comunale fissato il 9 settembre; e che ha tenuto per sé, al momento, le deleghe dell'assessore Renato Boraso, dimissionario dopo l'arresto. 

Infine, riferendosi alle proteste dei gruppi di opposizione, ha fatto solo un commento per i cittadini: "Questo è quello che ci aspetta fuori dalla porta, questi sono i modi di operare, questo è il rispetto che si ha per la giustizia, il rispetto per la politica". Parlando di sé e dei filoni dell'accusa della Procura, invece, Brugnaro ha detto: "Le questioni sono sempre le stesse, se ne parla dal 2015: la proprietà dei Pili, il sistema del blind trust. È stata messa dentro anche la vicenda della vendita di palazzo Papadopoli, di cui io non so assolutamente nulla. So che dovevamo venderlo, è stato veduto secondo le procedure, come altre cose che non si riuscivano a vendere. Ne faccio anche un motivo di orgoglio, perchè quei soldi li abbiamo utilizzati poi nel bilancio del Comune. La magistratura vuole vederci chiaro sulle procedure adottate, fa benissimo a farlo". 

 

 

 

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