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Toti e i rumors: "Dimissioni a giorni". Scajola: "Situazione eccezionale, va risolta"

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Su Giovanni Toti aleggia "l'ipotesi dimissioni già nei prossimi giorni". Lo scrive il Corriere della Sera, in un retroscena secondo il quale il governatore della Liguria, agli arresti domiciliari da oltre due mesi a seguito dell'inchiesta per corruzione imbastita dalla Procura di Genova, "si sente abbandonato dal centrodestra". 

Una scelta politica, dunque, quella dell'ex giornalista oggi esponente di spicco di Noi Moderati, che aprirebbe allo scenario del voto anticipato già in autunno. 

Qualche indizio, oggi, lo ha fornito anche una dichiarazione di Claudio Scajola, sindaco di Imperia e presidente della Provincia: "Sono contro i processi di piazza, contro le dichiarazioni estrapolate, che poi non rendono la realtà - premette l'ex ministro, big di Forza Italia in Liguria, a margine della riunione del Consiglio provinciale, a proposito della nuova misura cautelare ai domiciliari nei confronti di Toti -. Siamo in una situazione di eccezionalità che non può durare e va risolta, indipendentemente dal fatto che ci sia fondatezza delle accuse". Traduzione: Toti può e deve valutare l'opportunità di un passo indietro. 

"I processi si celebrano nei tribunali non nelle pubbliche piazze", concorda dal Veneto il governatore leghista Luca Zaia. "Il 4 giugno del 2014 molti esponenti politici erano stati coinvolti nell'inchiesta Mose. Tra gli oltre 100 avvisi di garanzia c'erano anche autorevoli rappresentanti di sinistra. Nessuno della Lega. In quell'occasione però non ho visto manifestazioni. Non si usino le inchieste come leva di scontro politico". Le parole di Zaia, in una intervista al Giornale, fanno riferimento alla vicenda genovese ma sono adattabili anche alle indagini che coinvolgono il Comune di Venezia retto da Luigi Brugnaro: "Continuo ad avere fiducia nella magistratura e spero si possa risolvere velocemente il caso, nell'interesse di tutte le parti coinvolte".

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