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Schlein, Conte e Calenda: la figuraccia in pubblico a Cernobbio, divisi su tutto

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La politica estera, dalle armi all’Ucraina alle prossime elezioni negli Stati Uniti, già incrina quel campo largo che, quest’estate, sembrava aver trovato una imprevista vitalità. È bastato un forum a Cernobbio, rituale appuntamento degli imprenditori, chiuso ma con una platea troppo numerosa per rimanere riservato, per misurare le distanze.

Del resto, le differenze sono anche nel Pd, dove alla linea della maggioranza, contraria all’utilizzo delle armi fornite a Kiev per colpire i russi oltre il confine, risponde la voce dei riformisti, sempre più forte nel chiedere un sostegno convinto all’Ucraina, senza “se” e senza “ma”. La faglia attraversa il Pd e separa Azione e Italia Viva da una parte, M5S e Alleanza verdi e sinistra dall’altra.

E il Forum Ambrosetti, ieri, ha squadernato queste differenze, durante un dibattito a porte chiuse tra Elly Schlein, Giuseppe Conte e Carlo Calenda. Il leader di Azione, a domanda, ha spiegato che «gli ucraini stanno combattendo per tenere Putin lontano dall’Europa» e se questo «può dare difficoltà di business a qualcuno», non basta a ritirare il sostegno a Kiev. «Putin non sta attaccando l’Ucraina e basta ma sta cercando di minare le nostre democrazie e va fermato». «La difesa si fa sul territorio ucraino e anche colpendo in modo delimitato obiettivi militari da cui partono gli attacchi» (...)

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