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Sigaro in bocca e occhiali scuri. Così il “riottoso” Gianni Riotta guarda noi umani dall'alto degli Usa

Ginevra Leganza
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Riottoso è Riotta, il Gianni in bianco e nero, occhiale scuro e sigaro penzolante (alla faccia di Sylvester Stallone), che semiserio domanda: «Siete pronti a diventare Riottosi?». Ma che domanda?! Certo che siamo pronti se a chiamare è lui. Siamo nati pronti se a chiamare è il mitico Riotta Giovanni detto Gianni, anzi Johnny, ovvero Gianni Riotta il Siciliano d’America. Lui che da Nuova York è il prototipo dell’inviato permanente. Lui che sul sito di Repubblica, dopo mille peripezie, se ne esce fuori, adesso, col nuovo podcast, Riottoso, per spiegarci il mondo, metti, in diretta dal Congress Plaza di Chicago (dove però non può dirci «da quale stanza sono collegato»).

Ed eccolo, dunque, il riottoso già corrispondente di Stampa e Corriere, già direttore sbarazzino del Sole 24 Ore e venerato maestro, infine, della scuola di giornalismo della Luiss Guido Carlo di Roma (fabbrica dei sogni – talvolta infranti – dove i giovani diventano reporter, inviati, ogni tanto disoccupati, ma nella maggior parte dei casi, dopo il master, sempre pronti per uno stage in quota “bimbi di Riotta”). (...)

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