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Maurizio Landini, un disco rotto: lo sciopero generale è politico

Michele Zaccardi
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«Non abbiamo nessuna intenzione di fermarci davanti a niente e a nulla». L’invocazione alla lotta risuona in Piazza del Popolo a Roma. Maurizio Landini attacca il governo e si dice pronto a giocare la carta dello sciopero generale. «Quando si tagliano i salari e l’occupazione, quando si incentiva la precarietà si sta riducendo la democrazia e la libertà dei cittadini del nostro Paese. Ed è quello che sta succedendo. Noi non siamo più disponibili a sopportare questo andazzo. Non abbiamo nessuna intenzione di fermarci» dice il segretario della Cgil intervenendo dal palco della manifestazione dei metalmeccanici indetta dai sindacati a Roma. Insieme a lui, il leader della Uil, Pierluigi Bombardieri. Ma ci sono pure la segretaria dem Elly Schlein, che Landini abbraccia calorosamente, e il presidente di M5s Giuseppe Conte.

«La giornata di ieri e quella di oggi (venerdì e sabato per chi legge, ndr) non sono che l’inizio di una mobilitazione che intende proseguire anche oltre la finanziaria. Questo governo deve mediare con quella che è la società civile. Loro non rappresentano la maggioranza di questo Paese, e non rappresentano quelli che stanno tenendo in piedi questo Paese attraverso il lavoro e il fisco che pagano. Noi ci siamo rotti le scatole» aggiunge Landini. «Dalle mobilitazioni agli scioperi e anche i referendum, noi non ci fermeremo!». Il segretario della Cgil ha poi attaccato anche il titolare del Tesoro Giancarlo Giorgetti sulla tassa sulle banche. «Quando ho sentito che il ministro Giorgetti a nome del governo ha detto che nella legge di bilancio la grande novità sarebbe che i sacrifici li faranno le banche e non le persone, io mi sono chiesto se fosse sobrio. Perché io vorrei capire quale sarebbe il sacrificio richiesto dalla banche. Da quello che abbiamo letto e sentito non c’è nessuna tassazione in più sui profitti né per le banche né per coloro che hanno aumentato i profitti in questi anni» dichiara Landini.

 

Che interviene anche sullo scontro tra governo e magistratura sui centri per migranti in Albania. «Quello che sta succedendo in queste ore lo trovo gravissimo, lo voglio denunciare e mi assumo la responsabilità di quello che sto dicendo» premette Landini, prima di aggiungere: «Quando sento che un presidente del Consiglio e un vicepresidente del Consiglio, che hanno giurato sulla nostra Costituzione, pensano che è loro diritto attaccare frontalmente l’indipendenza della magistratura, perché sono stati eletti. Io dico che li dobbiamo fermare perché questa logica sta mettendo in discussione la democrazia». I centri per migranti costruiti in Albania, sottolienea Landini «non sono un vanto, per me come cittadino italiano è una vergogna».

 

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