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Maurizio Gasparri sfida sinistra e Report: "Lo dichiaro, non rispetterò il silenzio elettorale"

martedì 29 ottobre 2024

2' di lettura

"In Liguria abbiamo vinto nonostante la corsa a handicap grazie alla magistratura e alla Rai": Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia e membro della commissione parlamentare di Vigilanza Rai, lo ha detto a proposito del trionfo del candidato di centrodestra Marco Bucci sul dem Andrea Orlando. Un risultato ottenuto nonostante la decisione di Report, la trasmissione di Sigfrido Ranucci su Rai 3, di mandare in onda il servizio sull'inchiesta che ha coinvolto l’ex governatore ligure Giovanni Toti domenica 27 ottobre, mentre erano ancora in corso le elezioni in Liguria. A tal proposito Gasparri ha detto: "Io non ho chiesto nessuna audizione di Sigfrido Ranucci in commissione di Vigilanza Rai: sarebbe un suo inutile show basato su una interpretazione non veritiera dei fatti". 

Gli interrogativi, però, restano: "Mi chiedo come mai si sia potuto rompere il silenzio elettorale con domande, con risposte di candidati alla presidenza della Regione, con accuse, con affermazioni alle quali gli interessati non potevano rispondere", ha detto Gasparri in un'intervista al Tempo. Poi ha auspicato un intervento dell'Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni): "Sono curioso di capire cosa ci dirà, altrimenti a questo punto io dichiaro che già a partire dalle elezioni dell’Umbria e dell’Emilia Romagna non rispetterò il silenzio elettorale, farò manifestazioni pubbliche il sabato 16 novembre e mi vengano a cercare e a contestare: quindi, venite tutti ai miei comizi a Bologna e a Perugia il 16 novembre, poi vediamo se mi fanno la multa". 

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Sulla puntata di Report andata in onda il 27 ottobre, comunque, il senatore azzurro non ha dubbi: "Se non è una violazione del silenzio elettorale, quello della Rai, io sono Babbo Natale". E infine, sulla tanto chiacchierata inchiesta di Report che avrebbe dovuto far dimettere il ministro della Cultura Alessandro Giuli, Gasparri ha detto: "È 'tele bufala' in linea con le tradizioni del programma e del suo autore. Sospetti di familiari? Risalgono all’era Melandri, al Partito democratico. Il resto il consueto nulla. In linea con il tizio. Nulla al cubo. Faziosità, maldicenza, stalinismo. Il solito loro palinsesto".

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